I ragazzi sono in continua ricerca di una relazione, ma per qualsiasi ragione sia nata, vengono criticati da adulti che li vedono come burattini dominati dal semplice bisogno fisico

di Assunta Amarante

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale, e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino“; e mentre Montale dichiarava il suo profondo amore alla moglie, i giovani d’oggi vogliono rifarsi alle più belle parole scritte mettendole in pratica. I ragazzi sono alla continua ricerca di amore, affetto e certezze. Essi vorrebbero qualcuno al loro fianco con cui condividere le più svariate prime esperienze.
I giovani, che vengono costantemente additati come passivi e spenti, sono i primi che non vogliono sfruttare l’amore come un passatempo e non vogliono perdere tempo in incresciosi incidenti di percorso illudendo chi forse aveva tutte le buone e serie intenzioni di far nascere una relazione.

In qualsiasi strada cittadina, ci sono ragazzi che felicemente camminano mano nella mano. Passeggiano alla ricerca di un regalo; si incontrano in una nuova gelateria; oppure, semplicemente, girano in tondo per trascorrere del tempo insieme: “sto con lui, poco mi importa del meteo”, bisbiglia sorridente ed imbarazzata una ragazza quando le si chiede come mai (con questi giorni freddi ed umidi) è uscita. I piccoli adulti non pretendono amori da telefilm e storie da prima pagina, il loro obbiettivo non è questo, ma si soffermano sui piccoli gesti che solo un innamorato noterebbe e capirebbe.
Troppe volte si lasciano correre frasi spiacevoli sulla sterilità dei sentimenti della nuova generazione. C’è chi li guarda con superbia, come se il loro non fosse amore ma solo una storia di passaggio “tanto sono giovani, sapete quante ne cambieranno fino al matrimonio?”; c’è chi alla domanda “Cosa pensa delle coppie che vede oggi in piazza?” risponde che sono belle, ma la risposta lascia dell’incertezza sulla veridicità che poco dopo viene confermata da un sorriso forzato.
E sono queste frasi: questo non credere che anche i giovani possano innamorarsi; che anche i ragazzi prima di scambiarsi un bacio si perdono negli occhi dell’innamorato; che anche loro di notte abbracciano il cuscino umido delle loro stesse lacrime perché hanno litigato e ci stanno male, che li fa arrabbiare, che li porta a prendere in considerazione che non si darà mai spazio alla loro voce se non verranno prima rispettati nei loro sentimenti.
“Io, prima di fidanzarmi, ho sofferto molto per lui. Sono una ragazza che ama aiutare il prossimo, e lui non voleva farsi aiutare. Era testardo. Ci stavo male, ma era diventata una questione di principio…poi è stata questione di amore “, ci racconta una ragazza pensando ai primi periodi della sua relazione. I ragazzi lottano, se vogliono qualcosa si fanno in quattro e poco importa se crollano o si feriscono, loro lo fanno per amore.
Bisogna fermare la propaganda dello ” stanno insieme perché è la moda”. La vera moda per i giovani non è divertirsi il sabato sera e portare il conto di quante ragazze hanno baciato, oppure di quanti ragazzi hanno fatto “il filo” alla ragazza in discoteca. Non è moda fare del freddo sesso e portare avanti delle relazioni solo per questo. I giovani non seguono una moda, i giovani seguono il cuore.
Siamo bombardati da documentari e notizie che ci riportano solo una parte della vita sentimentale delle nuove generazioni: la parte distorta. Ciò ha portato gli adulti a pensare che le neo-relazioni si bassassero su interesse puramente fisico: solo un gioco di corpi e non di anime.
I ragazzi amano davvero, e per loro il sesso è solo una naturale conseguenza. Hanno bisogno di una carezza, di una fiore quando non c’è nulla da festeggiare, di guardare la partita in tv con il ragazzo (anche se di calcio non si capisce nulla). A questo punto, perché non si ferma la diceria che il loro unico bisogno di una relazione è dovuto al sesso?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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