Utopia? A quanto pare no. Nata come progetto su Kickstarter, l’idea ha presto superato il limite di soldi necessari per farla partire a livello commerciale

di Valerio Kohler

Portare il computer ad una riduzione sostanziale della massa. Questo era l’obiettivo comune di moltissime aziende negli anni passati che, fino all’arrivo del tablet, arrivavano a riscuotere un grande successo. Chi si ricorda i netbook? Piccolissimi e dotati di processori dalla grandezza altrettanto esigua; il loro successo è stato dovuto dalla facilità e dalla versatilità di utilizzo, termini imperativi per un computer portatile.

Nel 2009 infatti, i netbook rappresentarono il 22% delle macchine vendute. La crisi cominciò esattamente con la diffusione dell’iPad: ergonomici, pratici e, per certi versi, più user-friendly dei piccoli computer. Sarà la stessa Apple nel 2008, con il Macbook Air, a far tornare in auge i mini notebook, ora soprannominati Ultrabook.
Anche i prodotti che propongono TL Lim e Johnson Jeng, fondatori di Pine64, sono degli oggetti che sono già stati rilasciati, basti pensare che il primissimo computer di questo tipo, chiamato “dyna-micro”, è stato costruito nel 1976. Il termine tecnico, single board computer, descrive dei dispositivi grandi quanto un cellulare ma in grado di fungere da computer. Basta collegarli al televisore, munirsi di mouse e tastiera e il gioco è fatto; Un apparecchio dal costo irrisorio e portatile quanto una pennetta USB. Naturalmente non hanno uno schermo ma possono servire a quelle persone che fanno della portabilità un fattore indispensabile.
PINE A64, questo il nome del dispositivo, è stato presentato su Kickstarter, una nota pagina per la presentazione di progetti. L’obiettivo di trentamila euro, con una data di scadenza fissata per la fine di gennaio, è stato superato abbondantemente, con una raccolta di fondi che ha oltrepassato i 200mila euro.
Il costo del dispositivo si aggira sui 15 euro: un oggetto dal prezzo accessibile a tutti e il primo in grado di arrivare ai 64-bit. Questa specifica tecnica porterà uno sfruttamento totale dei componenti del dispositivo, che permetteranno addirittura di vedere video in 4K. Ovviamente non è il “supercomputer” che tanto viene proclamato dal team, ma sicuramente presenta delle novità rispetto alla concorrenza.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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