Un gruppo di appassionati designer si è impegnato per aiutare tutti i ragazzi senza una mano, diffondendo i progetti e le stampanti 3D per costruire tutto il necessario

di Valerio Kohler

Potrà sembrare strano, ma perdere un arto in un paese assente da conflitti non è una rarità, anzi. Basta un incidente per portare a problemi ben più gravi. Da lì trovare una soluzione è tutto tranne che banale, in quanto il costo per una protesi funzionante può partire dai cinquemila fino ad arrivare ai massimi di cinquantamila dollari: un prezzo inaccessibile per la maggior parte delle famiglie.
E’ da questi pensieri, quindi, che è sorto e-Nable, un progetto volto a sfruttare la stampa in 3D per costruire protesi dal bassissimo costo. Dopotutto la situazione che si viene a creare affligge moltissimi campi della persona e trovare una soluzione a certi problemi, soprattutto durante l’infanzia, può portare ad una vita più serena e stabile.

L’allora piccolissima community, composta dal fondatore Jon Schull e da una manciata di collaboratori diffusi nel mondo, ideò il primo modello nel 2012, dopo aver osservato una protesi del 1800 composta principalmente da ossa di balena. Con l’enorme diffusione di certe realtà si è arrivati a pensare che le protesi fossero una soluzione radicata solo recentemente ma la verità è che sono state trovate delle protesi risalenti al 600 a.C., durante l’antica civiltà egizia. Si trattava precisamente di un singolo dito del piede, fatto di legno e pelle.
Da quel modello il gruppo è cresciuto velocemente, arrivando nel giro di qualche anno a superare i seimila collaboratori. Individui accomunati da un ideale che a detta di Jen Owen, volontario di e-Nable, arrivano spesso a lavorare per oltre 50 ore alla settimana, senza ricevere alcun compenso.
Per aiutare tutti a stampare la propria protesi, sono stati rilasciati tutti i modelli online. Questa scelta è stata fatta per permettere a chiunque di produrre le proprie protesi, con l’ausilio di qualche materiale e una stampante 3D. Il costo massimo dei materiali può oscillare sui cinquanta euro: una differenza rispetto al passato perfino eclatante. I designer inoltre si sono impegnati per portare dei prototipi adatti a tutte le età. Per i bambini si possono costruire protesi dal design accattivante, nominati in modo tale da far sentire un collegamento personale all’oggetto.
Ci sono ancora dei miglioramenti da fare stando a Jon Schull, come il lento assemblamento dei pezzi, che va fatto direttamente da chi scarica i modelli e che può portare diverse ore di lavoro. Eppure si sta già pensando ad includere altri campi, per aiutare a risolvere i problemi di chiunque si trovi in situazione di difficoltà.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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