Ai domiciliari anche Filomena Paolino, che negli anni settanta diede vita alla Supervigile, prima azienda del gruppo. Accertati dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, una serie di operazioni illecite. Tutto ebbe inizio nel 2013 con una segnalazione della Banca d’Italia
Finisce con gli arresti domiciliari operati stamani dalla Guardia di Finanza l’avventura pluridecennale della famiglia De Santis nell’ambito della vigilanza privata.
A finire in manette – e per il momento ai domiciliari – sono stati Ferdinando De Santis, la mamma Filomena Paolino, Filomena Vicidomini, Maria Assunta Scarpati e Pierdonato Gallitelli, rispettivamente moglie del De Santis, dipendente e amministratore di aziende del gruppo. Agli stessi è stato comminato il sequestro preventivo – disposto ai sensi dell’ art. 321 del codice di procedura penale – finalizzato alla successiva confisca di valori, beni mobili ed immobili per oltre 12 milioni di euro ed al sequestro di quote azionarie e di partecipazione di 21 società sull’intero territorio nazionale. L’operazione è stata condottta, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno.
Le attività di indagine – si legge nel comunicato a firma del Procuratore della Repubblica Giovanni Francesco Izzo – sono state avviate dalla segnalazione, effettuata dalla Banca d’Italia, nell’ottobre 2013, per l’ammanco di oltre 9,8 milioni di euro nel caveau della società Ipervigile Srl.
Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno ha svolto un minuzioso lavoro di ricostruzione delle vicende di oltre venti società, tutte amministrate formalmente da prestanome e riconducibili alla famiglia De Santis, operante da decenni nel settore della vigilanza privata, “al fine di accertare eventuali ipotesi di reato poste in essere dagli amministratori e/o da altri soggetti nella gestione della richiamata impresa”.
Le attività, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Roberto Lenza, sono state finalizzate alla raccolta di elementi conoscitivi che consentissero di individuare compiutamente le società gestite di fatto dai De Santis e costituenti il cosiddetto “Gruppo De Santis”. Sono state raccolte notizie attraverso le dichiarazioni di oltre 80 dipendenti, è stata esaminata la documentazione sequestrata nel corso delle perquisizioni locali; sono stati eseguiti rilevamenti ed acquisite notizie presso l’Agenzia delle Entrate, l’INPS, la Camera di Commercio e la Prefettura.
e’ stata ricostruita una holding criminale attraverso la quale i De Santis e i loro complici hanno posto in essere una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di condotte penalmente rilevanti riconducibili a bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita aggravata per oltre 9,8 milioni di euro, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate, omesso versamento di IVA, omesso versamento all’INPS di ritenute previdenziali ed assistenziali, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate e violenza privata.