Anna Vittoria ha 15 anni, ed è una delle nostre allieve più promettenti.
Avviata al giornalismo con il progetto Suntime diretto dalla nostra vicedirettrice Annamaria Bove, si occupa di problemi attinenti il mondo studentesco e i problemi di vivibilità cittadina. Oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il posto dell’editorialista spetta a lei, con una riflessione matura e approfondita che – son certo – piacerà a tantissimi lettori.
Gigi Di Mauro
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“Non è vero che non si possa vivere senza una donna. È vero soltanto che senza una donna non si può aver vissuto”.
Questa è una delle tante citazioni postate sui social network nelle ultime ore. Il presidente della Repubblica ha tenuto un discorso, i media ne parlano a gran voce e moltissime piazze italiane si son colorate di rosso. Il 25 novembre, da più di dieci anni, è la Giornata internazionale contro la Violenza sulle donne. Più di mille volte, dal gennaio all’ottobre 2015, ha squillato il telefono rosa. Più di mille volte insomma, nel giro di dieci mesi, una donna ha subìto violenze, che siano fisiche o psicologiche non importa. Molte città, da un po’ di tempo, si son mobilitate affinché esse dispongano di uno sportello Donna dove poter assistere tutte quelle madri, quelle ragazze, quelle signore, che subiscono ogni giorno soprusi e danni a livello esistenziale. Anche le città di Nocera Inferiore e Nocera Superiore si son date da fare, infatti anch’esse dispongono di uno sportello per dare un aiuto a tutte quelle donne che ne hanno bisogno. Non è affatto possibile che il femminicidio si sia insediato nel quotidiano come il “cancro morale” descritto da Oriana Fallaci. Non ci si può abituare alla violenza anche se, molto e troppo spesso, questo succede. Quante volte o per vergogna o per paura un livido vien coperto da un po’ di correttore? E quante volte alle domande degli amici si dà la colpa a quelle scale scivolose, a quel gatto troppo vivace, alla distrazione? Bugie, su bugie, su bugie. Il 25 novembre dovrebbe essere tutti i giorni, non ci si deve ricordare delle ingiustizie solo in un giorno preciso, si deve combattere sempre. Il telefono rosa, gli sportelli Donna, i centri d’assistenza, non dovrebbero chiudere per noia o superficialità ma perché non ce ne dovrebbe essere più necessità. Un vecchio detto popolano dice che le donne non si toccano nemmeno con un fiore, peccato che molte di loro non si limitano ad esser toccate, ma anche ad esser picchiate brutalmente e a volte, nel peggiore dei casi, uccise.
Anna Vittoria Fattore