Denunce, polemiche e grandi eventi per il venticinque novembre, dedicato alla lotta contro gli abusi sul genere femminile. Una battaglia che, per ora, sembra tutt’altro che vinta

di Annamaria Norvetto
«Una ragazza su dieci violentata e costretta a subire atti sessuali». Lo ricorda l’Unicef, oggi 25 novembre, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, fornendo i dati relativi alle violenze perpetrate ai danni di ragazze sotto i venti anni negli ultimi mesi.

Non è soltanto sessuale, ma fisica e psicologica, la violenza che colpisce circa sette milioni di donne dai sedici ai sessanta anni in Italia, secondo i dati aggiornati dall’Istat.
«Contrastare la violenza sulle donne – interviene il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è un fenomeno sociale ed è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei diritti fondamentali della persona. L’educazione al rispetto reciproco, nei rapporti personali e nelle relazioni sociali è alla base del nostro vivere civile. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà private e collettive e nessun pretesto può giustificarla. La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione».
Sulla prevenzione e la lotta contro la violenza domestica sulle donne, si è mossa significativamente la legislazione degli ultimi anni, a partire dalla legge contro lo stalking, alla battaglia al femminicidio, alla Convenzione di Instabul. Tuttavia, i centri antiviolenza continuano a registrare una situazione drammatica nonché la mancanza di fondi adeguati a contrastarla attivamente.
«Sono in avvio sette milioni di euro- ha dichiarato Giovanna Martelli, consigliera del Presidente del Consiglio in materia di Pari Opportunità – per finanziare lo sviluppo della rete di sostegno alle vittime e di supporto ai servizi territoriali dei centri antiviolenza».
La battaglia, per ora, sembra tutt’altro che vinta.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

Lascia un commento