Sono trentacinque gli anni ce ci separano da quel drammatico 23 novembre del 1980.
Da quel minuto e trenta circa che sconvolse le vite di tutti noi. La nostra amica Carla D’Alessandro lo ricorda con questa sua lirica.
TERREMOTO 1980
Ore diciannove e trentasei,
tranquilla domenica
di un ventitré novembre qualunque.
Tutto all’improvviso oscilla,
le mura della casa si inchinano,
si piegano, tornano indietro.
Il mio cane Zodi corre
veloce alla porta aperta,
scende le scale ma torna
indietro da noi.
La luce è fuggita via,
i telefoni son divenuti muti,
le scale sono in pericolo,
le strade impazzite
di persone smarrite.
Scalza, in vestaglia
cerco col mio cane
un riparo sicuro…
Vado in Villa, scura
e affollata di gente.
Corro a Capocasale
da mia nonna e lì
aspetto impaurita
le nuove onde sismiche,
la paura del nulla.
Il giardino è al buio…
la Scuola è di fronte
con un falò acceso
per riscaldare quella
lunga notte tremante,
fredda e senza stelle.
Carla D’Alessandro