Il furto di questa notte in via Dentice d’Accadia ripropone drammaticamente il tema in voga in questi giorni: se io vedo un ladro, perché non posso sparargli? E perché se lo ferisco lo devo anche risarcire?
Che mentalità contorta ha la Magistratura per condannare sempre e rigidamente il derubato e mai o blandamente il ladro, anche quando per portare a termine il suo furto picchia o peggio, ferisce e uccide i benzinai, i tabaccai, i gioiellieri, chi sta in casa sua a godersi le su cose e deve vedersi violata in modo clamoroso la sua proprietà e spesso anche l’integrità fisica?
Perché loro hanno “il diritto” di rubare e io non quello di difendermi?
Abbiamo subito l’invasione di albanesi, rumeni, croati, nordafricani che hanno acquisito, appena arrivati, quei diritti alla casa e alla salute che a noi italiani sono stati tolti da anni. E tra gli invasori, tra le brave persone, ve ne erano tanti che erano già feccia nella loro società di origine, e che qui delinquono tranquilli, perché a differenza di quel che succede in Albania, in Croazia, in Macedonia, in Romania, in Marocco, in Tunisia, qui pagano poco o non pagano affatto.
Ora stanno arrivando decine di migliaia di profughi dalla Siria insieme a tanti altri sicuramente infiltrati. Quanti di loro, che certamente non troveranno lavoro, si metteranno a delinquere per campare?
Quanti di loro faranno piangere mamme e padri di famiglia che saranno derubati, picchiati, torturati, uccisi?
Perché i politici si rifiutano di prendere atto di una realtà che impone agli italiani di difendersi, è un mistero. Forse si sentono forti delle loro scorte, che i miseri mortali non hanno, e pensano di essere immuni?
E non mi venite a tirare in ballo la questione morale. Come in guerra ogni azione contro il nemico è lecita, deve esser lecita qualsiasi azione che impedisca a terzi di violare la mia proprietà. Altrimenti, con le tottò sulle manine, non trasmetteremo mai ai non italiani il messaggio che qui le nostre leggi vanno rispettate o son casi amari!