Nel Nord Europa la figura dell’assistente sessuale esiste da molto tempo: il costo di una seduta è di circa 90 euro. Non si tratta di prostituzione legale, ma di vere e proprie figure professionali

di Pierangelo Consoli

Il sesso per disabili è un argomento delicato, per non dire complicato.  Se n’è parlato a Fisciano, martedì 20 ottobre, in seno al seminario “L’assistente sessuale, start up d’intervento a favore delle persone con disabilità”.

L’evento è promosso dall’Università di Salerno, Sodalis Csvs e dall’organizzazione di volontariato “Genitori de la nostra Famiglia” di Cava dei Tirreni. Sono intervenuti il sessuologo Fabrizio Quattrini, che è anche il presidente dell’Istituto Italiano di sessuologia scientifica di Roma e Massimiliano Ulivieri, presidente del comitato LoveGiver per l’assistenza sessuale alle persone con disabilità.
Il comitato LoveGiver ha anche un sito web, www.lovegiver.it, in cui è possibile leggere decine di lettere scritte da persone affette da disabilità, o dai loro genitori, che si sentono molto sensibili al problema e hanno deciso di sostenere questa causa.
Nel Nord Europa, soprattutto in Germania, la figura dell’assistente sessuale esiste da molto tempo, il costo di una seduta è di circa 90 euro e coinvolge operatori sia di sesso maschile, che femminile. Naturalmente non stiamo parlando di prostituzione legale, ma di vere e proprie figure professionali, che sono chiamate a fare un corso, le cui mansioni si allargano anche alle pratiche sessuali. In Italia esiste un disegno di legge, ma finora è rimasto tale.
Nel nostro Paese il problema non sembra, in realtà, riconducibile alle radici cattoliche, e non è nemmeno una questione di etica, semmai il problema è morale.
Come dice lo stesso Ulivieri, il numero delle richieste è molto alto, e non si può ignorare il problema. Tutti hanno, o dovrebbero avere, diritto ad esprimere la propria sessualità, non solo liberamente, ma quando questo, per varie ragioni, non è possibile, dovrebbe essere, in qualche modo, garantito. Però, ci sono delle cose che fanno pensare e che costringono a volerci andare piano. Che tipo di rapporto si crea tra il paziente e la terapista? Che tipo di transfert avviene? Sarebbe opportuno affiancare una psicoterapia alla terapia sessuale? Che tipo e quanto capillare sarà la selezione tra chi può, e chi non può, svolgere un lavoro così delicato?
Del resto l’alternativa, oggi, per un disabile, spesso significa ricorrere al mercato della prostituzione. Egli è quindi costretto a consumare un illecito, con tutti i pericoli a cui è costretto ad esporsi. Il tema è delicato, certo, ma proprio per questo, è necessario che se ne parli.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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