Tra i ragazzi sotto i 14 anni sono tantissimi quelli  che dichiarano di fare ricorso al bere per “sentirsi più grandi” e per movimentare le serate noiose, facendo a gara tra chi riesce a reggere maggiormente gli effetti devastanti dei cocktail

di Rosa Soldani

Caipirinha e pina colada. Nomi esotici e divertenti che indicano due tra i superalcolici più forti e consumati dal popolo della notte. A dispetto dei nomi, l’uso dei superalcolici sta sempre più diventando un problema, una vera e propria piaga sociale, soprattutto tra i giovani e giovanissimi.

L’assunzione di superalcolici e l’abuso degli stessi è riconosciutamente pericoloso per la salute umana. Gli effetti negativi degli alcolici sono molteplici e noti: si va dal deficit dell’attenzione, allo stato di ebbrezza, alle malattie epatiche dal punto di vista più strettamente medico, fino ad arrivare al coma etilico, ormai tristemente noto nelle cronache della movida del sabato sera. L’abuso di superalcolici si va diffondendo tra i ragazzi sotto i 14 anni, che dichiarano di fare ricorso all’alcool per “sentirsi più grandi” e per movimentare le serate noiose, facendo a gara tra chi riesce a reggere maggiormente gli effetti devastanti dei cocktail. Le chiamate al 118 nei fine settimana per giovani e ragazzini in stato di ebbrezza si contano a centinaia, senza considerare il pericolo concreto per sè e per gli altri che corre chi si mette poi alla guida dopo le notti brave. E a poco sembrano servire le prescrizioni legislative, facilmente eludibili, che vietano la vendita di alcolici e superalcolici ai giovani sotto i 18 anni.
«Più attenzione da parte dei genitori e maggiori sanzioni per chi vende alcool ai minori» ha dichiarato il presidente dell’Osservatorio Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza commentando le recenti statistiche che vedono un ragazzino su tre dichiararsi assuntore abituale di alcolici.

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