Anche l’aumento del grado di povertà ha inciso negativamente sulla natalità. Le difficoltà economiche in cui versano le famiglie scoraggiano l’allargamento delle stesse
di Sofia Russo
Emergenza demografica e istituzioni latitanti, queste le realtà venute fuori ieri, giovedì 8 ottobre, durante il convegno “Senza figli non c’è futuro”, svolto presso l’aula consiliare di Nocera Inferiore.
Il convegno presentava il dossier sulla situazione natalità nell’Agro nocerino, curato dai ragazzi dell’OPG, Osservatorio Politiche Giovanili di Nocera Inferiore, pubblicato sul numero di settembre del mensile Insieme, la rivista della diocesi Nocera-Sarno, con la quale si è operato in sinergia per l’organizzazione dell’evento.
Il quadro emerso dai dati presentati da Alfonso Pergolesi dell’OPG è senza dubbio preoccupante. La natalità si è abbassata dal 12,2% del 2002 al 9,3% del 2014, con una situazione ancora più critica per la città di Nocera Inferiore, che dal 2009 ha un saldo naturale negativo, ovvero ci sono più decessi che nascite.
Presenti al convegno anche il sindaco della città Manlio Torquato e il vescovo Giuseppe Giudice, che ha posto l’accento sul ruolo della Chiesa per far fronte a questa emergenza. «Quando parliamo di futuro viviamo una forte angoscia – ha affermato Sua Eccellenza – perché un futuro non riusciamo a vederlo. Come Chiesa dobbiamo puntare sulle famiglie, dando però ad esse un contributo sociale e politico. Non basta proporre un modello di famiglia se poi non ci sono le adeguate politiche familiari che lo sostengano».
A completare la relazione, il professor Raffaele Sibilio, dell’Università Federico II di Napoli: «Dobbiamo partire analizzando i valori, perché essi sono gli obiettivi a cui tendere. Negli ultimi anni, il valore prevalente è la velocità mentre, all’opposto, diventa un disvalore la conservazione. All’inizio pensavamo tutti che la velocità portava ad una società dei consumi, mentre in realtà è diventata una società dei rifiuti. Se è vero questo, è vero anche che la società non ha futuro. È stata generata un’ansia nelle generazioni, il bisogno di comunità è diventato comunità del bisogno e i figli diventano una forte componente di responsabilità. Le istituzioni hanno il compito di generare cambiamento, le politiche di welfare legate al mercato del lavoro sono molto importanti, perché oggi i giovani, non trovando un lavoro stabile e continuativo, non possono progettare il loro futuro. Il problema è che le istituzioni non dialogano tra di loro e non si creano coerenze tra i servizi da erogare».
Anche l’aumento del grado di povertà ha inciso negativamente sulla natalità. Le difficoltà economiche in cui versano le famiglie scoraggiano l’allargamento delle stesse. Nell’Agro, il Piano di Zona S1 tende una mano alle famiglie in emergenza, ma non sempre le informazioni arrivano ai diretti interessati o sono di reale sostegno. Basti pensare al voucher prima infanzia, che prevede il rimborso delle rette per i nidi, riconosciuti ai genitori con bambini di età compresa tra i 0 e i 36 mesi che hanno ISEE fino a 25.911 euro. Le rette, quindi, vengono prima pagate dai genitori e poi rimborsate. Il problema reale è che le famiglie più bisognose sono proprio quelle che non riescono neanche ad anticipare le quote per i nidi o asili privati, che spesso superano i 150 euro mensili. Un punto su cui lo stesso Piano di Zona dovrebbe riflettere prima di pubblicare i prossimi bandi.
A chiudere il convegno è stata la giornalista di Insieme Mariarosaria Petti, che è anche socia dell’OPG. «Questa sera non vogliamo presentare solo un quadro sconfortante, ma anche lanciare proposte e parlare di sinergia, promozione e trasversalità. Sinergia tra le istituzioni e tutte le associazioni che operano nel settore, per creare un tavolo permanente a favore delle politiche familiari e di sviluppo demografico. La promozione e il rafforzamento delle politiche familiari, perché si tratta la famiglia come un ammalato mentre si dovrebbe superare la logica del semplice assistenzialismo. Trasversalità, perché le politiche familiari siano anche integrate con le politiche sociali e giovanili».