La Giunta De Luca vara una normativa che di fatto sopprime finanche le assemblee dei sindaci, che nel nuovo organo di gestione previsto dal neopresidente non potranno incidere né su gestione, né sulla manutenzione, né sui costi del servizio

Un grande passo indietro sulla ripubblicizzazione dell’acqua pubblica. Lo hanno dovuto constatare con amarezza i componenti della “Rete dei sindaci” che si sono riuniti ieri sera a Casalnuovo, in provincia di Napoli.

Con la legge regionale 411, approvata appena lo scorso 9 settembre, la Giunta De Luca si è rimangiata ogni apertura verso la ripubblicizzazione delle risorse idriche ed il rispetto dei risultati referendari del 2011 che pure aveva ampiamente fatto nel corso della campagna elettorale.
A rappresentare Nocera Inferiore è stato delegato ieri l’assessore Saverio D’Alessio, avendo il sindaco altri due impegni ufficiali tra i quali il convegno dell’Osservatorio delle politiche giovanili a palazzo di Città.
«Eravamo circa una ventina di presenti – ci dice Saverio D’Alessio – eabbiamo discusso fondamentalmente su due punti: sulla legge regionale 411 e sulle partite pregresse.
La nuova legge in sostanza prevede un unico Ato regionale, che acquisisce una centralità di gestione, e cinque distretti con una funzione secondaria. E’ guidato da un direttivo di quindici membri, di cui cinque figure date da ognuno dei cinque distretti e dieci figure nominate dai comuni, ognuna di esse espressa ogni 400mila abitanti. Oltre a questi un direttore generale scelto d’intesa col presidente della Regione e che decide in maniera centralistica.
Si tratta – prosegue D’Alessio – di una legge chiaramente lontana dalle aspettative della rete dei sindaci perché di fatto lontana dall’obiettivo della ripublicizzazione dell’acqua. Con questa legge, inoltre, sembra che di fatto scompaiano le assemblee dei sindaci chiesti nel referendum del 2011: i comuni non potranno incidere nella gestione, nella manutenzione, sugli sportelli al pubblico e su tanto altro.
Per quanto riguarda invece le partite pregresse, avevamo puntato all’annullamento totale, ma ci hanno offerto una rateizzazione spalmata tra il 2015 e il 2018. In pratica nel 2015 si pagherà il dieci per cento, e nei successivi tre anni un trenta per cento annuo. E’ un risultato ma non certamente l’azzeramento totale proposto dalla rete dei sindaci. Per questo per Nocera e per altri comuni la battaglia continua!»

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