Vincenzo De Luca a Nocera nella foto di Ciro Paolillo

Anche De Luca, a dispetto delle promesse fatte in campagna elettorale, sembra i stia orientando verso l’affidamento a società pubbliche solo di nome

di Nino Maiorino

L’ultimo atto della difficilissima battaglia per la pubblicizzazione della gestione delle risorse idriche in Campania è stato rappresentato domenica 20 settembre a Napoli a Piazza del Gesù, con una manifestazione che ha visto riuniti 60 sindaci campani, numerosi comitati per l’Acqua Bene Comune, e padre Alex Zanotelli, ospiti dell’avvocato Maurizio Montalto, presidente del consorzio pubblico “ABC Napoli”.
Forti e incisive, come sempre, le parole di padre Zanotelli: «Il referendum del 2011 ha sancito che l’acqua deve essere sottratta alle leggi del mercato e che non si può fare profitto con l’acqua.

A rafforzare l’esito referendario è venuta anche l’Enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco, ma, ciononostante, il Governo Renzi sta perseguendo politiche di privatizzazione dell’acqua, perché i governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari. Ecco perché – conclude padre Zanotelli – abbiamo ritenuto opportuno invitare tutto il movimento dell’acqua a Napoli, capitale dell’acqua pubblica, per resistere a questo criminale disegno di consegnare non solo la gestione, ma anche le fonti in mano alle lobbies».
La stampa ha dato ampia cronaca di tale ultimo incontro ma frattanto è utile qualche considerazione.
Abbiamo già parlato della delusione e la rabbia dei cittadini per la mancata applicazione del risultato del referendum di giugno 2011, con il quale la quasi totalità degli elettori si espresse per la pubblicizzazione della gestione dell’acqua.
Anzi il Governo centrale e, sembra, ora anche quello regionale, pongono in essere atti finalizzati, invece, alla sua privatizzazione, giocando su un equivoco di fondo: il significato del termine “pubblicizzazione” che ha portato alla creazione di enti di gestione totalmente pubblici (vedi Napoli), i quali veramente hanno recepito la volontà referendaria popolare, ma anche di pseudo enti pubblici gestiti con criteri privatistici (vedasi, ad esempio, il caso dell’Acquedotto Ausino, che serve Cava e molti Comuni della Costiera amalfitana, oltre che alcuni Comuni del salernitano) nei quali le quote sociali sono effettivamente dei proprietà di Comuni, ma la cui gestione è privatistica.
L’orientamento del Governo centrale, infatti, sembra privilegiare Enti privati ed Enti falsamente pubblici, e ora sembra che, in Campania, anche il neo governatore De Luca, nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale, si stia allineando all’orientamento governativo tant’è che ha riproposto, con solo lievi modifiche, una legge regionale “fotocopia” di quella che l’ex Caldoro non “ebbe il tempo” di far approvare, anche per evitare la prossima scadenza entro la quale la Regione deve dotarsi di una nuova legge che regolamenti il settore.
Uno degli esempi più emblematici della pseudo pubblicizzazione della gestione delle risorse idriche è costituito dalla Gori, alla quale venne affidata la gestione delle risorse di 76 Comuni dell’agro Nocerino-Sarnese e del Vesuviano, tra i quali quello di Nocera Inferiore.
Come è ormai noto, Gori, più che la “gestione ottimale” delle risorse idriche, come previsto dallo statuto e sancito anche dall’acronimo che la distingue, ha creato una sorta di carrozzone inefficiente e mangiasoldi, ed ha tentato di ripianare i deficit accumulati in pochi anni di fallimentare gestione, scaricandoli sui cittadini dei Comuni “serviti”, con una campagna di “macelleria sociale” ai danni dei già tartassati contribuenti con il ricalcolo delle tariffe idriche a decorrere dal 2008; i contribuenti, nonostante avessero già pagato i consumi, si sono visti recapitare nuove bollette onerosissime e solo con le proteste dei Comitati spontanei sorti a loro tutela, tale operato è stato contrastato e perfino alcuni Comuni (come quello di Comune di Nocera Inferiore) che avevano aderito a Gori si sono dissociati e hanno finanche organizzato sportelli di tutela dei cittadini.
E’ comunque opportuno segnalare che alla manifestazione del 20 settembre a Napoli il Comune di Nocera Inferiore era assente (perché?) contrariamente a quello di Cava il quale ha anche sottoscritto la “Dichiarazione per il Diritto all’Acqua Pubblica”.
Ma si comprende come la strada della pubblicizzazione sia sempre più irta e piena di ostacoli e come sia indispensabile che, oltre ai Comitati, tutti i cittadini siano vigili per collaborare alle attività tendenti alla totale pubblicizzazione della gestione delle risorse idriche e, frattanto, contrastare la Gori nell’attuale sua gestione.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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