L’inquinamento dell’Agro nocerino: un problema serio. Tanto serio che richiede uno sforzo congiunto degli organi di informazione per provare a combatterlo.
E’ per questo che ospito con enorme piacere l’articolo del collega Giuseppe Colamonaco, direttore responsabile di RTALive.
Gigi Di Mauro
Siamo indifesi davanti al pericolo inquinamento, la tutela della salute dei cittadini dell’agro nocerino-sarnese sembra non avere priorità, eppure la bomba ecologica è scoppiata da un pezzo.
Dire, però, che si tratta di una bomba ecologia è un eufemismo. L’agro nocerino, piuttosto: è “sotto attacco”.
Ultimo tema tornato attuale, in ordine cronologico, è quello dell’amianto. Comunicati e controcomunicati, per dire che nell’agro esiste il problema e che le istituzioni ne conoscono tutte le sfaccettature, si aspetta l’azione. L’allarme è stato lanciato nella città di Pagani e comunicato alle istituzioni locali e a quelle nazionali.
Ma l’attacco continua, la Cavaiola e la Solofrana sono due torrenti inquinanti e pericolosi alla salute, più volte i comitati civici ne hanno denunciato lo stato ed anche l’Arpac ha appurato attraverso delle analisi effettuate che le acque del Sarno non godono di buone condizioni. Sulla questione anche Legambiente ha evidenziato, in un recente dossier, gli aumenti esagerati della carica batterica. Il problema è conosciuto da tempo, nel 1994 in un blitz dei Carabinieri su mandato della Procura di Nocera Inferiore, furono trovati diversi scarichi che sversavano nel fiume Sarno, scarichi delle industrie di Ceramica e di quelle Conserviere. E qui sorge la domanda, cosa si è fatto per mitigare o risolvere il problema? Si attende l’azione.
Infine, rimanendo nel nostro territorio, da quanto appreso, la non manutenzione della copertura della Cavaiola, forse è vent’anni che non si effettua. Qualcosa è stato fatto presso l’ingresso di via Atzori, ma l’intero tratto resta una vera incognita. È stato richiesto un sopralluogo e le notizie non sono proprio positive, la copertura potrebbe saltare in caso di piena. Una copertura che non consente una visione diretta del corso d’acqua e non permette una rapida manutenzione. E ci si domanda: a cosa è servita?
Punti critici diversi in diverse tematiche che, purtroppo, ci fanno sentire sotto attacco.
Giuseppe Colamonaco