L’estroso inventore è il nostro amico geologo Giulio Caso, che ha aguzzato l’ingegno a causa di un problema al menisco che gli impediva l’uso delle pinne normali. Interessatissimi alla novità tutti i villeggianti
Un problema al menisco rendeva difficile l’utilizzo delle pinne e quindi del nuoto subacqueo. Stavo per buttarle via quando mi è venuto in mente la gag di Troisi: «Fra la scelta tra un giorno da leone e 100 giorni da formiche, non si potrebbero avere 50 giorni da orsacchiotto?».
Così ho pensato di ridurre la superficie di spinta della pinna al minimo conservando la capacità direzionale e quella minima di sostentamento.
Pensato e realizzato con un taglierino. Sono venute fuori due bat pinne simpatiche, che collaudate hanno dato sufficienti risultati nel nuoto di superficie e adfirittura buoni sottacqua. Il ginocchio con il menisco leso non veniva appesantito, anzi col tempo è migliorato anche nelle passeggiate mattutine.
Magari bisognerà valutarne l’utilizzo dal punto di vista della fisioterapia ma fin’ora tutto bene. L’aspetto delle pinne è simpatico e poi si possono fare anche scarpette da mare con le alette retrattili. Insomma una invenzione, si spera, utile.