Alla presenza del sindaco della città, Manlio Torquato, della vice Maria Laura Vigliar, di parenti dell’eroico capitano e di rappresentanze dell’Esercito Italiano e delle associazioni d’Arma è stata deposta una corona di alloro sulla sua tomba
di Annamaria Barbato Ricci
Berthold Brecht invocava: “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”, ma forse si riferiva ad un Paese fiorito sull’isola di Utopia.
Nella realtà quotidiana che ci circonda, diventa persino eroico sopravvivere ad una civiltà che ha intrapreso la china dell’inciviltà. E pare quasi consolante portare il proprio pensiero a coloro che hanno ricevuto onorificenze che ne attestano l’eroismo; non solo, ma che per seguire valori e amor patrio hanno immolato la vita, pur in un contesto che ai nostri occhi moderni, in ossequio al ripudio della guerra contenuto nella nostra Costituzione (è sopravvissuto all’operazione di sbianchettamento intrapresa in Parlamento?), può sembrare eticamente insopportabile.
Nocera Inferiore ha molti eroi che, nei conflitti del secolo breve – quel ‘900 che concentrò almeno due ‘inutili stragi’, oltre ad altri conflitti non globalizzati – hanno lasciato sul campo vita e gioventù.
Fra questi vi è stato il Capitano Gustavo Origlia che il 24 luglio, nel cimitero di Nocera Inferiore, il sindaco Manlio Torquato, il vicesindaco Maria Laura Vigliar e l’assessore Ciro Amato hanno voluto onorare nel centesimo anniversario della scomparsa, presso la sua tomba, collocata nel Famedio all’entrata del nostro Camposanto.
Il Capitano Origlia, morto trentacinquenne, il 24 luglio del 1915, infatti, è stato il primo ufficiale nocerino caduto sul fronte del Nord e, precisamente, sul Podgora, il quale, alla guida dei suoi uomini, con un’audace azione, portò alla conquista di posizioni strategicamente nevralgiche.
La cerimonia, a cui era presente il Gonfalone della Città, nonché le insegne delle Associazioni d’arma, è stata semplice e piana ma pregna di significato, come ha tenuto a precisare il sindaco Torquato che ha sottolineato l’importanza di saper concatenare passato, presente e futuro per costruire una comunità coesa e civile.
Presenti anche alcuni discendenti di Gustavo Origlia: la dottoressa Gabriella Silvestri, con la figlia Maria Teresa Cuomo e il professor Felice Langella.
L’Esercito italiano non ha voluto far mancare la propria testimonianza di ossequio alla memoria di questo suo valoroso esponente con un picchetto d’onore e la deposizione di una corona di alloro sulla tomba e, successivamente, nel corso della cerimonia di cambio del comandante alla caserma Libroia, con un ricordo pubblico del Capitano.
Ne sono state, infatti, esaltate le virtù di leader militare, giacché fra la campagna di Libia e l’incipit della Prima Guerra mondiale (prima di perdere la vita, vi potette agire per soli due mesi) era stato insignito di un encomio solenne, di due medaglie di bronzo e della medaglia d’argento che suggellò la sua morte, colpito al ventre da un proiettile esplodente mentre guidava vittorioso un assalto.
La famiglia Origlia si è nei secoli contraddistinta per le proprie virtù militari: di origine (pare) spagnola, un suo esponente, Gurello, si contraddistinse come sagace Protonotario del Regno e indomito condottiero con i suoi sei figli creati Conti da Ladislao d’Angiò, re di Napoli (sovrano fra il 1386 e il 1414, anno della sua morte). Gurello entrò in rotta di collisione per motivi di supremazia di potere con il Gran Siniscalco del Regno, Sergianni Caracciolo ed ebbe la peggio.
Altro personaggio insigne del Casato fu Marzio Origlia, Duca di Arigliano, di cui si ricorda il ruolo di Maestro di Campo del Tercio di Napoli, durante la battaglia di Maastricht del 1643, svoltasi nel corso della guerra d’Olanda, dove operò anche, sotto la bandiera di Luigi XIV, Charles de Batz-Castelmore, Conte di d’Artagnan.
Avendo cotanto spirito guerriero nelle vene, il Capitano Gustavo Origlia – il cui sacello è stato riportato a dignità grazie all’impegno degli uffici comunali, trovandosi nel quadrato degli eroi di Nocera Inferiore (ci piacerebbe raccontarne la storia di ognuno!), mentre la perfetta riuscita della cerimonia la si deve ai talenti organizzativi di Imma de Tollis – seppe esaltare al meglio i suoi uomini, come si coglie nelle motivazioni di tutte le onorificenze conferitegli.