Il neo governatore della Campania, Vincenzo De Luca, più volte si era espresso pubblicamente per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Ora si aspetta che passi concretamente dalle parole ai fatti
di Nino Maiorino
Dopo il ballottaggio con il quale Vincenzo De Luca è stato eletto Governatore della nostra Regione, e dopo la definizione del suo stato per effetto della Legge Severino, i cui rigori sono stati sospesi dalla recente sentenza, talché De Luca con pieni poteri si è insediato ed ha nominato la sua giunta, i Comitati per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico in Campania hanno ripreso a pieno ritmo le loro attività.
Sabato 11 luglio, infatti, si è tenuta a Pompei l’Assemblea della Rete dei Comitati dell’ATO 3: i lavori sono stati incentrati sulla situazione dell’iter per la ri-pubblicizzazione, anche alla luce delle recente sentenza della Consulta sulla legge regionale dell’ ex Governatore Caldoro, che prevedeva la creazione di una struttura di missione per l’affidamento delle fonti idriche alla GORI; la legge, impugnata dal Governo centrale, è stata ritenuta illegittima: le motivazioni sono state accolte e la legge è stata cancellata.
Un buon risultato che però non fa ringalluzzire i Comitati i quali sono coscienti che la strada per la ri-pubblicizzazione è ancora lunga e ancora tutta in salita.
I passi da fare per cercare di raggiungere lo scopo, come tutti hanno ricordato, erano tre:
– il primo era quello di contribuire alla non rielezione di Caldoro, dichiaratamente schierato a favore della privatizzazione;
– il secondo è quello di ricostituire l’Assemblea dei Sindaci, prima esistente e poi soppressa;
– il terzo, definitivo, è di ottenere la liquidazione della GORI.
In merito alla mancata rielezione di Caldoro c’è poco da dire: Caldoro e il suo Assessore Romano sono stati gli artefici dell’affidamento della gestione dell’ATO 3 a GORI, erano da quest’ultima guidati, è stato un bene che non siano stati rieletti.
Ora il passo importante da fare è la ricostituzione dell’Assemblea dei Sindaci, organismo indispensabile in quanto i Sindaci sono le sole autorità abilitate ad esprime nelle sedi opportune le volontà popolari; il fatto che essi siano stati estromessi, e che ci sia stato il tentativo di sostituirli con una risicata loro rappresentanza (si è parlato di sette o addirittura cinque per tutto l’Ambito), è stato uno dei più gravi e censurabili atti contro il ruolo istituzionale che essi hanno e contro le popolazioni che essi rappresentano.
Del terzo passo, vale a dire la liquidazione della GORI, è inutile parlare adesso; tutti auspicano che questa famigerata Società, sotto le cui grinfie sono caduti centinaia di migliaia di utenti, che sta tentando in tutti i modi di scaricare sui cittadini gli effetti economici negativi della sua gestione dissennata, emettendo bollette stratosferiche e attivando distacchi di utenze anche a coloro che hanno sempre puntualmente pagato, veda la fine e la gestione delle risorse divenga nuovamente e veramente pubblica, così da attuare il desiderata del referendum di giugno 2011 con il quale il 95 per cento circa degli elettori si espresse in tal senso.
Ma il percorso per la liquidazione di Gori è ancora, purtroppo lungo, e passa attraverso diverse “forche caudine”, consistenti dal groviglio di leggi che regola la materia, da volontà politiche ondeggianti che non hanno ben definito il loro orientamento, sia a livello centrale che regionale e locale e dal disinteresse dei cittadini i quali si attivano solo quando vengono toccati nelle loro tasche.
All’Assemblea dell’ 11 luglio hanno partecipato anche alcuni amministratori pubblici, tra i quali il vice sindaco del Comune di Sarno e il dottor Perna, ex Assessore del Comune di Casalnuovo i quali hanno parlato delle loro recenti esperienze.
Il Comune di Sarno, in particolare, ha adottato una delibera contro i distacchi che Gori sta operando, incentrata sulla necessità che tali distacchi non vengano effettuati per motivi igienico/sanitari legati al periodo di particolare calura.