L’appuntamento è per le ore 18. L’associazione lancerà una serie di eventi sul tema dell’immigrazione, coinvolgengo le diverse comunità presenti sul territorio nocerino
di Alessandro Picca
componente .Lab
L’unione nella diversità è il punto fondamentale della lotta sociale e politica: iniziare con il conoscere culture e storie diverse dalla nostra è senza dubbio il punto di partenza.
Il primo appuntamento è per domenica 12 luglio, a partire dalle ore 18, con la comunità dei Capoverdiani. Presso la nostra sede in via Castaldo 29, ascolteremo le loro storie, raccoglieremo le loro vertenze, assaggeremo i piatti tipici ed ascolteremo la loro musica con momento finale di cultural fusion.
Il perché di questi incontri:
È ormai sulle prime pagine di tutti i giornali, nelle parole dei politici più in voga e nei programmi politici dei partiti che si preparano alle elezioni: il tema immigrazione.
Serve fare un’analisi approfondita del tema. Senza inutili ipocrisie è palese che non siamo tutti sulla stessa barca: c’è un 90% della popolazione che soffre la crisi e cade in miseria e un 10% fatto di imprenditori, banchieri e politici che invece da questa crisi attinge e diventa ricco.
Come si creano i flussi migratori? Gli Stati imperialisti esportano capitale per non saturare ulteriormente i mercati e distruggono intere popolazioni, sfruttano le loro risorse e cancellano la loro indipendenza: è lo sfruttamento imperialista a generare i flussi migratori e l’esempio recentissimo della Libia attaccata dalle forze NATO e UE ne è la conferma.
La figura del migrante è fondamentale per l’imperialismo del 2000 come l’operaio lo è stato per il capitalismo del ‘900. Il conflitto capitale/lavoro si gioca tutto sulla figura del migrante e soprattutto del clandestino:
1. Il migrante, soprattutto clandestino, “libero” da tutto, vende la sua forza lavoro a bassissimo costo o, nel caso non ci fosse bisogno di forza lavoro, è il soldato principale di quell’esercito proletario di riserva che serve da “spauracchio” per il lavoratore: con la paura dell’immigrato che toglie il lavoro all’italiano, il datore di lavoro può sfruttare in maniera ancora più disumana con turni di lavoro massacranti gli occupati o, nel caso di immigrato assunto, diventerà egli stesso bersaglio di uno sfruttamento senza alcun diritto.
2. Il migrante serve al capitale come specchio per le allodole: la politica razzista è congeniale e fondamentale per l’imperialismo perché distrae gli strati bassi e medi della popolazione occultando il conflitto capitale/lavoro con quello Italiani/migranti. Non è un caso che determinati partiti facciano campagne denigratorie e poi varino una legge, la Bossi/Fini, che esalta la clandestinità o, più recentemente, usino immigrati per il lavoro sporco di attacchinaggio. Il capitale ha bisogno del migrante per poter innescare il meccanismo: ci sono 12 biscotti, 11 li prende il padrone, 1 resta all’Italiano e al migrante. Il padrone sfrutta e ride vedendo i poveri farsi guerra all’imperativo categorico del “divide et Impera”.
Per questo è necessaria e fondamentale, per sconfiggere gli sfruttatori, gli speculatori e i padroni, l’unione tra lavoratori, disoccupati, studenti e immigrati come tattica: uniti si vince, da soli si affonda.