Anche l’Ausino rischia di finire in mani private. Se ne è parlato al Circolo Universitario Cavense alla presenza di padre Alex Zanotelli
di Nino Maiorino
Anche i Comitati per Acqua Bene Comune di Salerno, Cava de’ Tirreni, Vietri e Costa d’Amalfi e degli altri Comuni che fanno parte dell’ATO 4 della Regione Campania, che ricevono acqua dall’Ausino, sono in allarme per la minacciata privatizzazione della gestione delle risorse idriche.
Infatti presso il Il CUC di Cava de’ Tirreni lunedì 15 giugno hanno organizzato un importante convegno per sensibilizzare la cittadinanza su questo gravissimo problema che li minaccia.
Il primo argomento, contingente, riguarda la cessione da parte del Comune di Salerno della sua quota azionaria in Ausino, alla quale potranno seguire ulteriori analoghe iniziative.
Il secondo, di carattere generale, riguarda la necessità che la gestione delle risorse idriche venga fatta da Enti pubblici in quanto l’acqua, bene indispensabile per la vita umana, non può divenire una merce, un bene economico sul quale si possano ricavare profitti.
Ovviamente sulla vicenda incombe la realtà che vivono i cittadini dei Comuni dell’Ato 3 vittime della Gori (tra i quali Nocera Inferiore) la cui presenza incombe come un incubo.
La questione è annosa: si tenta di sottrarre la gestione dell’acqua alle strutture pubbliche per affidarle ad aziende o organismi privati il cui unico interesse è quello di ricavare profitti.
Le forze politiche, nonostante l’esito del Referendum del giugno 2011, che, con un risultato di circa il 95%, si espresse contro la privatizzazione della gestione dell’acqua, stanno brigando affinché tale gestione si privatizzi, spesso camuffando tale privatizzazione con le pseudo Società per azioni a partecipazione pubblica come, ad esempio, la GORI che imperversa nell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano e che sta sottoponendo le popolazioni dei 74 Comuni partecipanti al suo capitale ad ogni sorta di angheria.
Responsabili e complici di tale situazione sia il Governo centrale, che sembra sbilanciato a favore della privatizzazione in tutta Italia, sia di quello regionale il cui interesse, finora, è stato esclusivamente di ingrossare (e ingrassare) le pseudo Società pubbliche consentendo alla GORI, tanto per restare in tema, comportamenti e iniziative inimmaginabili per coprire i suoi buchi di bilancio determinati da politiche gestionali scellerate.
Purtroppo l rischio del passaggio alla Gori anche dei Comuni dell0’ATO 4 è reale, già qualche tentativo, fortunatamente fallito, è stato fatto: tant’è che a Cava prima delle recenti elezioni, i Comitati hanno chiesto l’impegno di tutti i candidati sindaci a portare avanti il progetto della pubblicizzazione dell’Ente gestore o comunque della non privatizzazione di Ausino, e scongiurare il pericolo dell’incorporazione di Ausino in Gori.
La strada è difficile ma non impossibile da percorrere, con il contributo dei Comitati ma, principalmente, delle cittadinanze interessate.
Come ha ben detto, nel corso dei lavori, Padre Zanotelli, la cittadinanza deve essere più sensibile al problema, col coinvolgimento anche di Parrocchie, i Scuole e studenti, veicolo importantissimo per sensibilizzare le famiglie sul problema.
Durante il convengo è stato più volte ricordato che dal marzo 2014 giace in Parlamento un disegno di legge per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, che dà attuazione dell’esito referendario del 2011, ma da oltre un anno non viene calendarizzato: segno evidente della mancanza di volontà del Governo a dare attuazione alla volontà popolare, nell’ottica di creare in Italia quattro macro-aree da affidare ciascuna ad una multinazionale; per il centro-sud è già pronta ad intervenire l’ACEA.
Periodicamente Padre Zanotelli viene ricevuto anche dalle alte cariche istituzionali del Paese, tra le quali la Presidente Boldrini della Camera dei Deputati, alle quali raccomanda l’impegno di calendarizzare la discussione del progetto di legge.
Ecco, allora, la necessità che i cittadini si sensibilizzino, comprendano, partecipino a tutte le iniziative, facciano sentire la loro voce, com’è già avvenuto il 17 gennaio scorso allorquando circa seimila persone dell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano, guidate da 24 Sindaci, tra i quali quello del Comune di Nocera Inferiore, parteciparono alla grande manifestazione No-Gori per le strade di Napoli fino sotto il palazzo della Regione: anche grazie a quella grande mobilitazione la Regione dovette soprassedere dal varare una nuova legge in favore della GORI la quale ha, in parte, rivisto la sua politica.
Padre Zanotelli, con grande lucidità, ha avvertito che il problema dell’acqua, nel prossimo futuro, sarà sempre più sentito; per le grandi aziende multinazionali l’acqua rappresenterà una delle principali fonti di lucro: venuto a mancare il primato del petrolio, le multinazionali stanno già tentando di utilizzare l’acqua per il loro “business”, ecco perché l i referendum vengono ignorati, i progetti di legge ristagnano, le aziende si privatizzano, e le multinazionali premono per accaparrarsi le gestioni dell’acqua.
Al convegno hanno partecipato, oltre a Padre Zanotelli, Maurizio Montalto, avvocato ambientalista Presidente dell’Azienda Speciale ABC di Napoli, Consiglia Salvio, Referente regionale dello stesso Comitato, i rappresentanti dei Comitati, ed i rappresentanti di alcuni Comuni interessati, qualcuno anche dell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano.
Grande impatto emotivo ha avuto l’intervento di Mario Perna, ex Assessore del Comune di Casalnuovo (uno di quelli tartassati da Gori) il quale ha ricordato le parole di Paolo VI “la politica è la più alta forma di carità” ed ha citato un episodio che ha notevolmente scosso l’uditorio, quello relativo ad uno degli incontri promossi dall’On. Amedeo Laboccetta, ex missino ora Berlusconiano, nel 2013 nominato da Caldoro alla presidenza della Gori, indagato dal 2011 dalla Procura di Milano per presunti finanziamenti illeciti.
Orbene Laboccetta, nel mentre spiegava agli studenti come risparmiare consumi inutili di acqua, autorizzava il distacco del contatore di una famiglia che aveva un bimbo di 10 anni disabile, allettato, colpito da piaghe da decubito, quasi in fin di vita; Laboccetta faceva togliere l’acqua a quella famiglia, indigente e bisognosa: toglieva a quel bambino il diritto all’acqua, quindi alla vita.
Una delle tante vergogne legate alla privatizzazione, vera o camuffata, della gestione dell’acqua.