Lo sostiene Federico Bergaminelli, avvocato nocerino e presidente dell’Istituto Italiano Anticorruzione. «In due anni di attività abbiamo già una casistica davvero incoraggiante nell’applicazione di una legge tutto sommato molto giovane»
Insegnare l’etica della responsabilità; far rotare dipendenti e dirigenti; praticare la formazione valoriale; adottare una politica di difesa del segnalante degli episodi illeciti e studiare con attenzione la scienza del rischio.
Questi i punti di riferimento per combattere in modo adeguato la corruzione negli Enti Pubbici. A sostenerlo è Federico Bergaminelli, il 56enne avvocato nocerino che guida l’Istituto Italiano anticorruzione, una istituzione nata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
«Noi non abbiamo la bacchetta magica per debellare la corruzione – ci dice l’avvocato Bergaminelli – ma siccome la nostra esperienza nasce sul campo grazie all’esperienza di aziendalisti che hanno predisposto negli ultimi quindici anni piani di gestione per aziende private, conosciamo la metodica per istruire tutti i soggetti che operano sul campo nell’ambito della Pubblica Amministrazione: il responsabile anticorruzione, i referenti anticorruzione, il responsabile della trasparenza. Tutte figure previste per legge».
Sull’insegnare etica l’avvocato è chiaro: «Quando noi eravamo ragazzi, studiavamo educazione civica, caro direttore. Cantavamo in classe l’inno di Mameli; ci alzavamo in piedi non solo quando entrava in aula il preside o un insegnante, ma finanche quando entrava un bidello. Questo senso etico oggi non si percepisce più ed è questo il motivo per il quale noi operiamo con la diffusione della cultura anticorruzione fin dalle scuole».
C’è poi il nodo della scarsa efficienza: il management della dirigenza pubblica è male connotato, secondo il presidente dell’IIC. Essi hanno a suo avviso scarsissima competenza, perché hanno smesso di studiare alla fine del percorso universitario o al massimo quando hanno vinto il concorso.
«E anche quando vengono ai corsi di formazione, anche specifici per il loro settore – continua Bergaminelli – vengono con gli intestini in braccio quasi che siano loro a farti un favore».
Lei ci parlava del segnalatore: cosa è?
«In America è una figura importantissima e iperprotetta: è colui che individua gli episodi di illeciti, li denuncia, e dall’azienda riceve una somma che in certi casi può arrivare al 30% dell’importo che l’azienda stessa ha risparmiato scoperando l’illecito. In Italia, invece, si chiama responsabile anticorruzione , e questo ruolo viene immaginato come un ricatto: nessuno lo vuole fare perché nessuno è sufficientemente preparato in materia».
C’è poi la voce “scienze della sicurezza” …
«Davvero in breve, è una analisi di tutti quei comportamenti che possano portare gli agenti della Pubblica Amministrazione ad episodi di malaffare. Individuandoli a priori ed istruendo gli agenti il rischio di episodi sgradevoli può diminuire significativamente».