cambio stagione

Una bibita fresca, un po’ di musica in sottofondo, organizzazione nei lavori e magari la partecipazione di un’amica, se è veramente intima, possono trasformare in un gioco quella che normalmente è una incombenza seccantissima

cambio stagione

Odiato, temuto, inesorabile, arriva per quelli all’ombra delle quattro, ormai due macro stagioni: “il cambio di stagione”. Maggio è inoltrato e il tanto disprezzato “change” dovrebbe ormai essere una pratica archiviata, ma tanta è la disperazione nell’affrontarlo che, prima di piegarsi all’inevitabile fine, è d’obbligo cimentarsi in rocamboleschi quanto inutili tentativi d’evitarlo. Scatoloni dai quali, senza cercare di maltrattare gli abiti contenuti, si cerca di tirare fuori il capo che serve, grucce spezzate nel vano tentativo di afferrare il vestito riposto nella parte alta dell’armadio senza l’ausilio di scale o appositi bastoni. Scene di caos e disordine regnano sovrane nelle camere delle signore d’ogni età, ed ecco che la disperazione diventa rassegnazione e … si china il capo alla legge del più forte.
Seguendo l’esempio delle più virtuose affrontiamo la questione, non senza qualche accorgimento che può rendere una delle cose più odiose di sempre un’esperienza divertente. Musica, quella che si preferisce, che sia una play list, una serie di cd, insomma la selezione che si ama di più, una bibita, the freddo, limonata, qualcosa che rinfreschi e distenda. Se si ha un rapporto super confidenziale, perché no, anche un‘amica, ma solo se si è come sorelle, perché si sa: i panni si “cambiano” in famiglia. Poi armiamoci di ciò che serve per affrontare la “bestia”: scatoloni, buste per il sottovuoto, pennarello, strofinaccio o aspirapolvere, grucce. Insomma gli strumenti tecnici per risolvere la questione. Prima cosa da fare, seguendo un ordine logico, gonne con gonne, giacche con giacche e via discorrendo, liberare armadi e cassetti dagli abiti invernali provvedendo nel frattempo a visionarli, scoprendo così quali tra questi vanno rammendati, buttati o regalati. Pulire dalla polvere il guardaroba ormai vuoto, ridargli una nuova verve con le fragranze sprigionate dai profuma biancheria, che sono un obbligo. La seconda tappa di questo percorso a ostacoli continua facendo rivedere la luce agli abiti costretti in scatoloni o ancor peggio buste sottovuoto: per questi ultimi il destino sarà ancor più crudele perché prima d’essere riposti andranno stirati, ma purtroppo gli armadi di oggi non sono poi così capienti. Discorso diverso per le fortunate che hanno i propri abiti negli scatoloni, perché se saranno state diligenti avranno riposto gli abiti puliti e stirati e dunque pronti per l’uso. Visionarli e riporli nell’armadio l’ultimo step. Poche note: sistemare gli abiti sempre per genere, così sarà più semplice trovarli. Usare scatole colorate e diverse tra loro per poter ricordare dove si è messo cosa con più facilità, per sicurezza scrivere una didascalia sulla scatola. Provvedere agli aggiusti necessari prima di mettere via tutto. Cestinare ciò che è in pessime condizioni, fuori dal circuito di ogni moda o tendenza, e soprattutto ciò che con amara certezza sappiamo non ci starà mai più, nonostante i nobili tentativi: meglio lasciar perdere i fasti passati e concentrarsi su quelli futuri…

 

 

Alla prossima!
la vostra
Maria Pepe

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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