A villa Calvanese un convegno moderato dal giornalisa Giuseppe De Caro per ripristinare la verità sull’annessione del Regno delle due Sicilie all’Italia Sabauda. Tra i presenti la direttrice dei musei provinciali Barbara Cussino e il sindaco Franco Longanella
di Pierluigi Faiella
“Soltanto una bellissima favola”, questo è il Risorgimento italiano per Pino Aprile, autore di molti libri tra cui “Terroni”, che nel 2010 ha riportato l’attenzione nazionale e internazionale sulla questione meridionale e sulle verità dietro l’Unità d’Italia, intervenuto sabato nella Villa Calvanese, a Lanzara di Castel San Giorgio, al convegno ”1861: colonizzazione forzata! Tutto quello che è stato fatto e si continua a fare al Sud per renderci meridionali”. L’evento, mediato dal giornalista Rai Giuseppe De Caro, è stato aperto dall’intervento del presidente dell’associazione “Amici di Villa Calvanese”, che ha ringraziato Biagio Salvati -portavoce e segretario del “Circondario Briganti”, anch’egli presente – e l’amministrazione comunale di Castel San Giorgio. Al convegno hanno partecipato anche il sindaco Franco Longanella, che brevemente ha parlato delle tante iniziative culturali che si stanno organizzando nella cittadina dell’Agro, e Barbara Cussino, responsabile provinciale Musei e Biblioteche, che ha espresso la propria soddisfazione per l’organizzazione di eventi simili. Ad introdurre il tema del convegno ci ha pensato poi la professoressa Lucrezia Amideo, vice presidente del “Circondario Briganti”, che ha parlato delle falsità che sono state dette sul Sud all’epoca del Risorgimento, come la sua maggiore povertà rispetto agli stati settentrionali, quando in realtà sia il Banco di Napoli che quello di Palermo erano pieni di denaro e lingotti d’oro, spariti dopo l’Unità. La professoressa ha anche parlato della guerra al Brigantaggio, che è in realtà stato un vero e proprio eccidio perpetrato dall’esercito sabaudo, caratterizzato da paesi rasi al suolo, stragi e violenza. Tutto questo con l’obiettivo di una vera e propria colonizzazione, ai danni di un territorio che contava molte più industrie rispetto agli stati settentrionali. Infine è stato il turno proprio di Pino Aprile, che ha parlato innanzitutto di ciò che lo ha spinto a scrivere “Terroni”, il suo primo libro sul tema del Sud e delle verità nascoste dietro la storia ufficiale del processo di unificazione nazionale. Per lo scrittore il motivo principale è stato quello di sconfiggere l’amnesia che aveva afflitto i meridionali dopo il trauma dell’Unità; amnesia che, dice Aprile, «colpisce i popoli dopo una violenza terribile, nello stesso modo in cui può colpire un bambino molestato o una donna violentata, che per andare avanti dopo un episodio così orribile, non può far altro che rimuoverne il ricordo». Secondo il giornalista, i meridionali hanno infatti rimosso dalla memoria le nefandezze subite, viste come un’umiliazione, cominciando a giustificare la loro situazione accettando passivamente i luoghi comuni su di loro e la loro inferiorità rispetto agli italiani del nord. L’obiettivo che si è preposto Pino Aprile con “Terroni” e gli altri suoi libri è proprio quello di fare in modo che mai più i meridionali debbano camminare con “la testa bassa”, riscoprendo l’orgoglio di essere discendenti di un Sud che non aveva niente in meno del resto d’Italia e che è stato tradito e violentato. Lo scrittore pugliese, inoltre, ha parlato anche dell’accusa di vittimismo che spesso si imputa ai cittadini del Sud che ricordano le angherie subite. Per Aprile il vittimismo è ciò che normalmente si rimprovera alle vittime per sminuire le violenze che le sono state inflitte. Il giornalista ha anche parlato del suo lavoro più recente, il libro “Terroni ‘ndernescional”, che parte dalla storia della Sardegna, dalla sua annessione al Piemonte, che la fece diventare una colonia sfruttata e povera, per arrivare al trattamento riservato dalla Germania Ovest a quella dell’Est dopo il 1989, del tutto simile a quello utilizzato dal Piemonte in Sardegna prima e poi nel meridione. SI tratta di una discriminazione funzionale a un progetto economico, volto allo sfruttamento e all’eliminazione della concorrenza che serve a trasformare in minoritari alcuni paesi e la loro gente; un metodo che secondo lo scrittore pugliese la Germania ora vorrebbe estendere anche a tutta l’Europa Meridionale. Pino Aprile si è soffermato inoltre anche sulla situazione dell’Italia attuale, che vede ancora una grande disparità tra nord e sud, parlando del modo in cui vengono distribuiti i vari fondi stanziati dal governo nazionale: di essi infatti soltanto una minima parte finisce nelle regioni meridionali, prova ne sono le pessime infrastrutture presenti. Infine però Aprile ha parlato del ruolo fondamentale che secondo lui avrà il Sud nel processo di ripresa dell’Italia. Secondo lo scrittore infatti tutte le associazioni nate per sollevare il problema della Terra dei fuochi, o quelle che hanno permesso di portare l’attenzione sul disastro ambientale dell’Ilva a Taranto, dimostrano che i cittadini meridionali hanno ripreso a fare politica, cioè a mettersi insieme per perseguire obiettivi comuni, togliendo le deleghe a politici, partiti o sindacati che ormai non vedono più come loro legittimi rappresentanti. Questo per Pino Aprile è prova che è il Sud che sta rifacendo la dignità, la politica nazionale, che sarà dal Sud che verrà ricostruita un’Italia migliore.