A dieci anni dal tragico evento che costò la vita a tre persone, si è voluta sollevare l’attenzione su questo delicato problema che resta ancora irrisolto

di Angela La Rocca

Era il 4 marzo 2005 quando la terribile frana in località Montalbino, in Nocera Inferiore, spezzò le vite di Matteo Gambardella, Rosa Califano e Alfonso Cardamone. A distanza di 10 anni tale tragedia resta una ferita ancora aperta nel territorio cittadino, impossibile da dimenticare. Ecco perché, dopo aver piantato dieci alberi di ciliegio – uno per ogni anno trascorso – e installato una targa dedicata alle vittime sul luogo della frana, Legambiente ha redatto il dossier “Gestire il rischio idrogeologico e valorizzare il patrimonio naturale” presentato quest’oggi presso la libreria Mondadori di Nocera Inferiore. L’evento è stato organizzato e promosso da “Leonia”, circolo Legambiente Valle del Sarno, e dall’associazione Montagna Amica che oggi conta un cospicuo numero di soci. L’obiettivo è stato quello di sollevare l’attenzione su un problema così delicato che, a distanza di anni, risulta ancora irrisolto a causa della burocrazia e di contorte vicende amministrative nella realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio, per cui per giunta sono già state stanziate importanti risorse finanziarie che risultano, però, attualmente inutilizzate. Erano presenti all’incontro il sindaco Manlio Torquato, il responsabile scientifico Legambiente Campania Giancarlo Chiavazzo e il responsabile scientifico Legambiente Giorgio Zampetti che hanno illustrato vari aspetti della questione. Grazie agli studi effettuati in questi anni, è stato possibile ricostruire l’evento tragico, lo sviluppo delle vicende giudiziarie, i procedimenti tecnici e amministrativi messi in campo e spiegare le nuove conoscenze sul rischio frana nella fascia montana e pedemontana di Montalbino. Il tutto sempre rivolgendo un pensiero a coloro che hanno perso la vita e alle loro famiglie, con quell’interesse a salvaguardare l’area che ha portato Legambiente Campania a costituirsi parte civile nel processo alla cava adiacente al fronte di frana. Processo conclusosi nel 2011 con una sentenza storica in Campania, ma anche in Italia, che ha riconosciuto le responsabilità di un’impropria attività estrattiva della cava.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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