da sinistra il consigliere Pagano, il professor Dobrowolski, la professoressa Livadie, l'assessore Fortunato

Ultimo appuntamento pre pasquale nella biblioteca comunale Aldo Moro con il ciclo di eventi “Nuceria creativa per l’Archeologia”. Si riprende tra sessanta giorni

da sinistra il consigliere Pagano, il professor Dobrowolski, la professoressa Livadie, l’assessore Fortunato

di Annamaria Norvetto
Il battistero di Santa Maria Maggiore fu meta del Grand Tour. Lo ha dichiarato Witold Dobrowolski, professore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Varsavia, nel corso del convegno dal tema “I viaggiatori polacchi a Napoli e dintorni nella II metà del Settecento”, organizzato dall’assessorato all’Estetica e bellezza della città.
La relazione esposta dal professor Dobrowolski, e introdotta dall’assessore Teobaldo Fortunato, ha ripercorso alcune delle principali tappe campane scelte dai giovani nobili polacchi che, facendo il loro Grand Tour in Italia, avevano allargato il tradizionale percorso – fino ad allora limitato all’Italia settentrionale e a Roma – a Napoli e ai suoi dintorni.
Infatti, se fino agli anni sessanta del Settecento la meta principale dei viaggiatori polacchi era stata Roma, a partire dagli anni ‘70 si assiste a un’estensione delle visite turistiche anche a città del Sud Italia come Pompei, Portici, Pozzuoli, Baia che divennero poi le mete più frequenti negli anni ‘80. In quest’ultimo periodo si sviluppò tra i nobili la moda di collezionare vasi greci, interesse reso internazionale molto probabilmente dalla fervida attività di Sir William Hamilton, ambasciatore britannico presso la corte napoletana che, dal suo arrivo nella città partenopea, iniziò a collezionare vasi greci di ogni genere. È proprio il contatto con la Campania e con il suo ricchissimo passato – sostiene il professore – ad aver costituito un fattore fondamentale per l’elaborazione e la diffusione dello stile neoclassico nell’arte polacca.
Il professore Dobrowolski, tra alcune decine di viaggiatori che lasciavano tracce scritte del loro soggiorno campano, ha posto l’attenzione su August Moszyński. Il conte, amico del re Stanislao e curatore delle raccolte reali, fu l’unico polacco del Settecento che si recò a Volterra per ammirare le urne etrusche e i vasi di bucchero, di cui apprezzava l’originalità e l’eleganza delle forme.
Nel 1784 – racconta il professore bielorusso – Moszyński fece visita al battistero paleocristiano di Nocera Superiore. Ne descrisse le forme, gli aspetti architettonici e le analogie con il Mausoleo di Santa Costanza a Roma, dimostrando di  distinguersi da tutti gli altri viaggiatori polacchi per la sua maturità intellettuale, la sua profonda conoscenza delle arti e della storia, e la vastità della sua cultura. Da questa testimonianza storica emerge ancora una volta – ha sottolineato l’assessore Fortunato – quanto il celeberrimo monumento paleocristiano sia un patrimonio artistico d’inestimabile valore per i cittadini di Nocera Superiore, già noto nel ‘700 anche in Russia e nell’Europa orientale. L’assessore all’Estetica e bellezza ha ricordato alla fine del convegno la breve pausa del ciclo degli eventi di Nuceria creativa per l’archeologia, che riprenderanno il 29 maggio con una videoconferenza dal Brasile sull’epigrafia nocerina.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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