Il presidente del “No Vasche”, Emiddio Ventre, scrive una nota al primo cittadino di Nocera Inferiore per ribadire i pericoli del progetto. Poi denuncia: da dicembre a Cicalesi non è stato rimosso un solo chilo di detriti
di Francesca Fasolino
Si è tenuto questa mattina, presso la sede dell’Arcadis di Napoli, un incontro sulla questione vasche di laminazione e, in particolare, della realizzazione della vasca di Vetice e dell’ampliamento della vasca di Cicalesi. Alla conferenza non ha potuto prendere parte il comitato “No vasche”, ma il presidente Emiddio Ventre ha voluto condividere su facebook una nota. In queste poche righe il presidente, oltre a riassumere la linea che il comitato sta perseguendo da oltre un anno, ovvero il si alla messa in sicurezza del fiume e no alle vasche di laminazione, a causa dell’alto tasso di inquinamento delle acque, si rivolge al sindaco di Nocera Inferiore.
“Caro Sindaco – scrive Ventre – oggi diciamo Sì alla messa in sicurezza attraverso il dragaggio, rifacimento degli argini ed ampliamento delle sezioni idrauliche. No alle vasche di laminazione perché la commissione VIA non ha considerato lo stato di inquinamento, nonostante la Solofrana sia tra i primi dieci fiumi più inquinati del mondo. Quindi, il decreto VIA potrebbe essere affetto da vizi di illegittimità di natura penale quale falso ideologico e falso in atto pubblico”. Come Ventre ha dichiarato in più occasioni il comitato non si oppone al PGS in se, ma ritiene che le vasche assorbenti non possano accogliere le acque di uno dei fiumi più inquinati del mondo. Ciò vorrebbe dire compromettere le falde acquifere e inquinare i prodotti agricoli che finiscono sulle nostre tavole. Ventre poi punta il dito contro chi dovrebbe occuparsi della pulizia della vasca di Cicalesi, progetto che resta ancora bloccato. “Sindaco – continua la nota – non renderti complice di un futuro disastro ambientale. Usiamo la “Mazza” contro chi deve fare manutenzione ordinaria al fiume e contro chi è responsabile anche della pulizia di vasca Cicalesi che, nonostante i lavori ufficialmente siano iniziati 15/12/2015, per un importo di 4 milioni di euro, ad oggi non vede essere stato rimosso nemmeno un chilogrammo di detriti. Non scarichiamo l’inefficienza della regionale sul comitato, perché fino ad oggi non abbiamo bloccato ancora niente. Noi vogliamo la messa in sicurezza attraverso la una prevenzione che non faccia più danno del malanno”. Nella nota inoltre viene ribadito come si intenda passare alle azioni legali a seguito del mancato invito a partecipare all’incontro di questa mattina. Lo scorso 3 febbraio il comitato aveva fatto richiesta, ai sensi dell’articolo 9 della Legge 241/90, di poter prendere parte alle conferenze e ai tavoli rotondi, richiesta che non è stata presa in considerazione.