I sentimenti che si fronteggiano sono simili (il paragone non vi sembri esagerato e blasfemo!) nel caso di un trapianto. Uno di quelli che riguardano organi vitali.
Se a chi attende arriva la chiamata che l’organo c’è, l’orizzonte che si spalanca è quello sulla vita! Ma il retrogusto inevitabilmente amaro nasce dal sapere che quell’alba tanto attesa trae origine – ahinoi – da un tramonto.
Immagino possa essere questo lo stato d’animo del neo consigliere comunale – ancora in pectore fino alla convocazione del parlamentino cittadino di Nocera Inferiore – Carlo Bianco. Non entro nel dettaglio politico. Non è quello l’aspetto che mi interessa. Né ho intenzione di trascinare qualcuno nella polemica né di finire io stesso con il polemizzare. Non è più tempo…
Il “tramonto” è quello di Pino Alfano che lascia per le note traversie giudiziaria in cui si dibatte. L’alba – amministrativa, ma anche umana – si leva per Carlo Bianco che gli succede in seno al consiglio comunale nocerino. Questo passaggio del testimone ha messo in moto nella mia mente un autentico turbinio di sentimenti e pensieri vari. Innanzitutto e soprattutto – senza malizia né cattiveria – un po’ di invidia verso Carlo (me lo consentirà!): per tutta la vita – quella precedente, s’intende, quella che vivevo nella mia adorata città – ho sognato di potermi impegnare in prima persona, di poter contribuire alla crescita di Nocera, di poterlo fare con quell’amore fatto di mente, cuore e viscere di cui mi sento capace. Per ragioni professionali (ah il giornalismo!!!) ho scelto di evitare commistioni di sorta. Ma la mia occasione per sperimentare la gioia di lavorare per Nocera Inferiore l’ho avuto: ad offrirmela l’ex sindaco Antonio Romano, al cui fianco, in seno al suo staff, ho avuto l’onore e l’onere di profondere energie e passione per questa nostra città. I “compagni d’avventura” di quel tempo sanno. Io so. E questo è già di per sé sufficiente.
Ecco spiegato il pizzico d’invidia per la nuova avventura che attende Carlo Bianco.
So bene che un consigliere comunale non può cambiare il mondo. Ma (mi si lascia passare la visione un po’ romantica) quella di Carlo – che è un po’ la mia – è la generazione dei “giovani maturi”, la generazione chiamata al ripristino di valori offuscati, la generazione investita dalla responsabilità di costruire per restare! Senso di appartenenza, lealtà, rigore morale, capacità di schivare la tentazione di cedere alle facili lusinghe di un accrescimento del proprio prestigio personale: Carlo, i tuoi figli, i miei figli, i tuoi amici, i tuoi detrattori, i tuoi estimatori, i tuoi colleghi guarderanno allo spessore che saprai dare al tuo impegno, al di là di sorpassati, anacronistici e sterili rusticani duelli ispirati a steccati partitico-politici di medioevale retaggio.
Credici, Carlo! Credici fino in fondo. Credi nella reale possibilità di incidere nella storia politico-amministrativa della nostra Nocera. Credi nel potere delle piccole cose, dei piccoli gesti: nessuno ti chiede atti eroici o sovrumani. Che tu sappia incarnare il fare politica nel suo più nobile significato…questo si!
Pat