“Accompagnare la crescita dei ragazzi che ci seguono dalla primaria alle superiori”: ciò è quanto ha affermato Antonio Maiorino, direttore artistico della Rassegna cinematografica “La Città Incantata”
Stare vicino alla scuola, agli alunni, ai ragazzi attraverso la proiezione di film che hanno tematiche importanti, che portano ad una riflessione prima e dopo, è il modo migliore per aiutare le nuove generazioni ad acquisire conoscenze, senso critico e soprattutto capacità di interagire. Le proiezioni sono sempre precedute da una presentazione accurata del direttore Maiorino e al termine da un dibattito: il momento più atteso dai ragazzi che amano porre domande per entrare in un’analisi talvolta anche profonda del contesto, della trama e dell’intenzione comunicativa del racconto narrato attraverso le immagini, le sequenze visive.
Anche quest’anno tre film inseriti in tre cicli distinti: la memoria, la legalità e il dialogo interculturale. Tre film, tutti che hanno avuto un grande successo internazionale. Si parte dal primo “Giraffada” che gli alunni della Scuola Solimena-De Lorenzo vedranno tra il 2 e il 4 febbraio. Si tratta di un film che pur includendo la memoria si sofferma soprattutto sui diritti umani e la scelta è stata dettata, come ci ha ribadito Antonio Maiorino, “dalla novità di quest’anno, una partnership con Amnesty Italia a conferma del valore sociale e culturale della manifestazione”.
A marzo il secondo ciclo: la legalità con la pellicola “La nostra terra”, un film uscito nelle sale il 18 settembre scorso. Tema centrale l’illegalità e il lavoro dell’antimafia per contrastare la mafia in un territorio come il sud della Puglia.
Ultimo appuntamento: “Vado a scuola”. Film sul dialogo interculturale, che narra le storie di quattro bambini provenienti da luoghi diversi, ma tutti con le stesse esigenze, sopravvivere e farlo attraverso la conoscenza e l’istruzione scolastica. Quattro bambini e non quattro attori, solo dei giovanissimi che vengono ripresi come ha affermato il regista, Pascal Plisson, esperto di documentari in Africa, “al naturale, nei loro dialoghi con i familiari”. Nessuno dei piccoli protagonisti aveva mai visto girare un film e la loro partecipazione è avvenuta solo in cambio di una promessa da parte della troupe: non disturbare la loro quotidianità e non perdere neppure un giorno di scuola.