La denuncia è di Vincenzo Stile, del Pd, che sciorina i dati presi dall’osservatorio regionale sui rifiuti, ed evidenzia come ben pochi in provincia di Salerno abbiano fatto peggio: «Sono costi che pesano troppo su famiglie e attività produttive»

«L’amministrazione  comunale negli ultimi due anni e mezzo  non ha messo in atto misure adeguate per raggiungere una percentuale decente nella raccolta differenziata, che resta ai livelli più bassi  dei Comuni della Provincia di Salerno». E’ l’accusa che muove alla Giunta Torquato il dottor Vincenzo Stile, dell’assemblea nazionale del Pd.

Per il politico nocerino la scarsa percentuale della differenziata produce come effetto che «I costi della raccolta rifiuti rimangono elevati e cittadini e imprese continuano a pagare una tassa pesantissima, che riduce i consumi delle famiglie e mette in crisi le attività produttive, ma che potrebbe calare notevolmente se l’amministrazione  volesse affrontare tale problema in maniera adeguata e raggiungere con i fatti l’obiettivo previsto dalla legge, di portare la differenziata al 65%. Questa è una delle risposte che un’amministrazione comunale deve dare urgentemente a famiglie e imprese in questo periodo di crisi, così si è realmente vicini ai cittadini, diminuendo le tasse e ottimizzando le spese».

Stile poi si sofferma sui dati,  rilevati dall’osservatorio regionale dei rifiuti, secondo i quali il comune di Nocera Inferiore ha una percentuale di raccolta differenziata per l’anno 2013 pari a solo il 35,23%, rimanendo praticamente a livello dell’anno precedente. «Su 160 comuni circa della provincia di Salerno – sostiene il pediatra –  solo 3 hanno fatto peggio di noi. Siamo nettamente sotto la media provinciale (57%) e perfino della regione Campania (43%) e siamo notevolmente sotto Salerno Città (64,5%). Sempre lontanissimi dall’obiettivo nazionale che è del 65%, secondo quanto imposto legge».

Stile ricorda che già a ferragosto scorso si lamentò che in due anni se era ancora estesa la raccolta differenziata dei rifiuti a tutta la città, e che evidenziò che essa è  il metodo più efficace per abbassare i costi del servizio di raccolta rifiuti, perché la differenziazione spinta dei rifiuti li trasforma in risorsa economica (con la vendita di carta, cartone, plastica, vetro e metalli) e riduce notevolmente il materiale indifferenziato, il cui conferimento in discarica rappresenta il costo maggiore del servizio quando esso è elevato.

«Purtroppo – continua Stile –  dopo la risoluzione della questione Seta, per la raccolta dei rifiuti non si è fatto quasi niente, per cui continuiamo a pagare tasse salate quando potrebbero essere notevolmente ridotte mettendo su un servizio che ogni moderna città di Europa dovrebbe dare ai propri cittadini, facendone rispettare le regole, sia fornendo la disponibilità degli strumenti adatti a rispettarle, sia impedendone la trasgressione con sorveglianza e con multe adeguate. Il risultato di tutto questo grava pesantemente sia sui bilanci familiari, sia sulle attività commerciali e industriali che per i costi troppo elevati del servizio a volte chiudono, a volte riducono la attività, e questo è un danno ulteriore in una città dove i tassi di disoccupazione sono altissimi. Basti solo questo dato: il conferimento della indifferenziata in discarica costa 350 euro a tonnellata, e a Nocera Inferiore  sono state conferite nel 2013 12.831 tonnellate di indifferenziata (65%) in discarica con costi pari a circa 4 milioni e mezzo di euro. Ora,  volendo ridurre questa percentuale raggiungendo il 65% di differenziata, su un totale di rifiuti di circa 20.000 tonnellate, come impone la legge, l’indifferenziata resterebbe al 35%, pari a 6900 tonnellate, con un risparmio di 2,4 milioni di euro solo per il minor conferimento in discarica. Inoltre a ridurre ulteriormente i costi ci sarebbero i guadagni provenienti dalla vendita della differenziata: cartoni, carta, vetro, plastica e metalli, aumentando ancora di più tale risparmio, fino a dimezzare il costo del servizio. In questo modo si potrebbero ridurre il costi della tassa a metro quadrato dai livelli altissimi di oggi a livelli molto più bassi favorendo famiglie e attività industriali e commerciali e quindi indirettamente anche l’occupazione. Basti pensare che nel comune di Atena Lucana, con differenziata 81.74%, il costo della tassa rifiuti varia dai 23 ai 30 centesimi al metro quadro a secondo dei componenti del nucleo familiare, mentre a Nocera si pagano per un utenza domestica 2,16 euro al metro quadro: circa dieci volte tanto, ed in più una quota fissa che aumenta in relazione al numero dei componenti familiari».

 

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