Napolitano torna a casa. Per la gioia di Grillo, e non solo, a dire il vero.
Senza voler offrire al caro amico Aldo Di Vito l’occasione per poter esclamare: «Lo vedete che ho ragione io? Ecco un altro giornalista tuttologo!», e pensandola in moltissimi casi come il nostro ex sindaco, vorrei comunque puntualizzare che con Giorgio Napolitano abbiamo dovuto subire impotenti lo stravolgimento delle regole democratiche. Quanti premier (si, con la minuscola) nominati senza consenso popolare, quante anomalie nella gestione degli iter parlamentari, quante pagine non chiare nella storia di quest’uomo! E “non chiare”, sia ben inteso, non è una frase di condanna, ma il concordare con l’idea che un uomo che rappresenta ai massimi livelli l’Italia debba essere cristallino e debba – o nel caso avrebbe dovuto – adoperarsi perché nessuna alone possa adombrarne la figura.
Se volessimo dar retta al libro “I panni sporchi della sinistra” (in questi giorni in libreria per Chiarelettere), dei giornalisti Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara, prendendo a prestito poche righe del capitolo iniziale, “Napolitano è stato uno dei maggiori esponenti della «destra» del Pci, guidata e plasmata da due compagni di origini partenopee, Giorgio Amendola e Gerardo Chiaromonte. Il filosofo Salvatore Veca coniò per questa corrente ispirata ai principi del socialismo europeo il termine «migliorista», in quanto non si riprometteva di abbattere il capitalismo ma di operare all’interno del sistema per migliorarlo. Nella Prima repubblica Napolitano si è distinto come abile tessitore di relazioni: a livello internazionale è stato il primo dirigente comunista a tenere conferenze negli Stati Uniti; in Italia ha inseguito l’unità socialista non disdegnando il compromesso storico, poi ha alimentato il dialogo con la galassia di Bettino Craxi, compreso Silvio Berlusconi. Nelle sue diverse vesti istituzionali, Napolitano ha consentito di fatto al potere berlusconiano di perpetuarsi.”.
Ora la domanda: io ritengo che per salvarsi l’Italia necessiti di un nuovo Sandro Pertini. Esiste? Ai lettori, se gradiscono, una risposta ed un commento.
Gigi Di Mauro