La tradizionale meta della pasquetta dei nocerini, inserita nel parco regionale dei Monti Lattari, invasa da ogni genere di rifiuti. Preoccupazione per le falde acquifere
di Maria Barbagallo
Il Monte Albino si sta trasformando in una discarica abusiva. Nelle aree verdi circostanti la strada che, attraverso vari tornanti, si dirige al Santuario, sono infatti presenti rifiuti di ogni tipo, di cui le immagini scattate appena domenica scorsa possono dare una vaga testimonianza.
Abbonda in ogni dove la presenza di rifiuti speciali, come rimanenze e scarti edilizi e di falegnameria, materiali plastici di ogni genere, pneumatici e copertoni, contenitori di vernice, addirittura palme appassite gettate da qualche vivaio in seguito all’epidemia causata dal punteruolo rosso. Tutto questo ha l’aggravante di verificarsi in un’area naturale protetta.
Accanto a questi rifiuti più consistenti, si trovano migliaia e migliaia di piccoli rifiuti che allo stesso modo deturpano il paesaggio: lattine, piccoli oggetti di plastica, fazzoletti.
Si teme che tutti questi rifiuti possano in qualche modo contaminare le falde acquifere di cui la montagna è ricca, e che servono la città di Nocera Inferiore, avvelenando l’acqua che beviamo e della cui qualità ci fidiamo, perché è la “nostra” acqua, del “nostro” monte.
Un caso a parte sono poi i rifiuti lasciati dalle coppiette che sul monte cercano riparo dagli occhi indiscreti per qualche momento di intimità.
Peccato che poi le tracce del loro passaggio non si rivelino affatto indiscrete per la montagna, che in prossimità delle piazzole di sosta (una prima del Santuario, dove in occasione del Martedì in Albis si tiene anche la tradizionale Tammurriata, ed una più in alto), è deturpata da rifiuti di ogni genere, per lo più organici: fazzoletti, profilattici usati, confezioni degli stessi, ma anche cartoni di pizza, lattine e piccole bottiglie di plastica o vetro.
Questo è causato anche dal fatto che dal Percorso della Salute in poi, non esiste un solo cestino, un solo cassonetto per i rifiuti. Niente di niente.
La mancanza di aree di verde attrezzato in un polmone come Montalbino è il sintomo della trascuratezza con cui la montagna simbolo di Nocera è stata trattata negli ultimi anni dagli amministratori.
Ma i problemi non riguardano solo i rifiuti. A parte la cava, alla quale non è stata autorizzata un’ulteriore espansione, un’altra questione consiste nel disboscamento eccessivo che ha interessato le pendici del monte lo scorso autunno.
E’ naturale che ci sia bisogno di legname, ma serve criterio: non pochi cittadini si sono lamentati di un taglio di alberi eccessivo proprio alle falde della montagna, indebolendo così le difese naturali che servono a prevenire gli smottamenti e le frane come quella che, il 4 marzo 2005, ha causato la morte di tre persone.
Eppure il Monte Albino è una vera e propria oasi naturale. Fa parte, per il comune di Nocera Inferiore, del Parco Regionale dei Monti Lattari. Alle sue pendici si estende la “fascia dei ciliegi”, che diviene spettacolare con la fioritura di inizio di primavera; presenti anche carpini, frassini e faggi, ma non solo.
Per la fauna, il monte vanta la presenza di piccoli mammiferi come volpi o faine, piccoli serpenti e uccelli rapaci.
Montalbino è la nostra risorsa, il nostro tesoro naturale. Ma lo hanno avvelenato; anzi, lo abbiamo avvelenato anche noi, con la nostra indifferenza. Non possiamo più lasciare che accada: la tutela dei nostri polmoni verdi deve essere una delle priorità della nuova amministrazione, le difficoltà economiche non possono essere un alibi.