A 34 anni dalla scomparsa del sindaco assassinato dalla Nco, la città lo ricorda con un premio, il cui filo conduttore quest’anno è il rapporto tra mafie e povertà. Saranno premiati, tra gli altri, Giancarlo Caselli, Cafiero De Raho

di Maria Rosaria Mandiello

Sagome di cadaveri disegnati in terra, macchie di sangue e cartoncini segnaletici dei proiettili. Una fedele ricostruzione di un post omicidio è stata disegnata nelle due piazze centrali della città di Pagani: piazza D’Arezzo e piazza sant’Alfonso. L’iniziativa è stata promossa dagli attivisti del presidio cittadino di  “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Il messaggio forte e simbolico, che ha avuto l’intento di scuotere la cittadinanza, ha dato il via alla due giorni in ricordo del compianto sindaco di Pagani.  Questa sera, invece, al cinema “La Fenice” di Pagani, sarà proiettato gratuitamente il film: “La nostra terra” di Giulio Manfredonia.

CORREVA L’ANNO 1980 …

Correva l’anno 1980. Era un freddo 11 dicembre. Un uomo, un padre, un avvocato, ma soprattutto un sindaco, il sindaco di Pagani, Marcello Torre, veniva assassinato dalla camorra. Torre era stato eletto da pochi mesi. Aveva alle spalle un passato di dirigente della Fuci e dell’Azione cattolica, da cui  traghettò in politica con la Democrazia cristiana. Si fece portavoce di una giusta causa,  quale quella della riforma agraria nella piana del Sele.  Diventò vicepresidente della provincia di Salerno. Alquanto deluso della politica e dei suoi continui tradimenti,  lasciò per un periodo per dedicarsi all’attività forense e per condurre le sorti della Paganese calcio. Da sindaco visse il dramma del terremoto del 23 novembre del 1980, e subito si pose in forte contrapposizione con le modalità della ricostruzione,  dove fin dall’inizio si rilevarono le infiltrazioni della camorra. Dopo ben 11 anni, nel 2001,  la Corte d’Appello di Salerno condannò l’ex capo della nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo, quale mandante di quell’omicidio, e 17 furono gli anni comminati a Francesco Petrosino, uno dei killer.

(m.r.m)

Filo conduttore della due giorni in ricordo di Marcello Torre è “l’abbraccio mortale tra mafie e povertà. Strategie di impegno per una nuova giustizia sociale, per i diritti e per la dignità”. E’ questo il tema cardine, scelto per l’edizione 2014 del premio nazionale per l’impegno civile “Marcello Torre”. Due giorni di approfondimento e riflessione in nome del sindaco barbaramente ucciso dalla camorra. Il tema si ricollega alla campagna nazionale “Miseria ladra”, di Libera e del Gruppo Abele, che da mesi stanno conducendo una vera e propria battaglia sui temi della povertà e del disagio. La due giorni si concluderà domani con la premiazione di Giancarlo Caselli, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, e di Federico Cafiero De Raho, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Si tratta di due magistrati che da anni lottano contro la mafia. Attestati di merito saranno poi conferiti a Corrado Lembo, magistrato da poco giunto alla guida della Procura della Repubblica di Salerno; a Maurizio Trogu, comandante della Guardia costiera di Salerno, e a Luigi Pingitore, regista del documentario “Le origini di Gomorra”, proiettato di recente su Rai Storia. A fare da cornice al premio, un’appendice ormai divenuta tradizionale:  il concorso scolastico che vede la partecipazione di centinaia di studenti, chiamati ad analizzare e a ipotizzare soluzioni praticabili per migliorare il proprio futuro facendo leva sull’impegno di ognuno per affermare, in maniera incisiva, diritti e doveri. Da questi spunti i giovani partecipanti hanno dovuto mettere nero su bianco.

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