Continua nel piccolo centro dell’Agro nocerino il programma di educazione alla legalità a favore delle scuole che l’assessore Luisa Trezza ha intrapreso lo scorso anno con il coinvolgimento di magistrati, sociologi, animatori e vari rappresentanti istituzionali
Mercoledì 10 dicembre, con inizio alle ore 10.00, nell’auditorium dell’Istituto comprensivo di Roccapiemonte don Aniello Manganiello, su invito dell’assessore alle Politiche sociali e giovanili Luisa Trezza, incontrerà i ragazzi delle classi terze per presentare il suo libro “Gesù è più forte della Camorra” scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Manzi e i cui proventi stanno andando in beneficenza al centro don Guanella di Scampia e alle famiglie più indigenti del popoloso rione napoletano.
Il libro racconta i sedici anni che l’ex scomodo parroco della chiesa di S. Maria della Provvidenza ha trascorso a Scampia tra lotta e misericordia. Don Aniello non usa mezzi termini e parla con la forza dei fatti e con il sorriso che l’ha sempre contraddistinto.
Il prete ha denunciato piazze di spaccio e ha strappato al “sistema” tantissimi giovani, rifiutandosi di dare la comunione ai camorristi e di battezzare i loro figli. Una presa di posizione che gli è costata le minacce della camorra.
Ad accogliere don Aniello, insieme all’assessore Trezza, il dirigente scolastico Giuseppe Pannullo e l’intero corpo docente dell’Istituto secondario di primo grado.
«L’incontro con don Aniello Manganiello – fa sapere Luisa Trezza – rientra nel progetto di educazione alla legalità avviato già lo scorso anno scolastico nelle scuole del territorio con il coinvolgimento di magistrati, sociologi, animatori e vari rappresentanti istituzionali».
Nel suo libro don Aniello definisce la sua una anticamorra “delle opere, del contagio dell’esempio,dell’intervento concreto; un’anticamorra discreta che ha più effetto però di una grande campagna mediatica, perché nel suo Dna c’è il potere seduttivo della verità. Perciò, per risultare credibile, la lotta alle mafie non può essere un lavoro ma deve essere una missione, un’opera generosa e gratuita”.
Non manca un capitolo dedicato a Roberto Saviano. Don Aniello – che ha apprezzato il valore civico del libro Gomorra, ma ha condannato la sua rappresentazione cinematografica perché a suo dire non lascia speranza – invita lo scrittore a venire nel quartiere più tristemente conosciuto d’Italia. Gli dice che “che non basta la denuncia, ma che occorre lottare per offrire nuove condizioni di vita, bonificare vaste aree, creare posti di lavoro, offrire alternative, diffondere la cultura, magari tenendo aperte le scuole fino alla sera”.
Nel libro don Aniello Manganiello non fa sconti a nessuno e neanche a se stesso. «Sai cosa mi dico ogni giorno? “Domani un nuovo rimorso mi spingerà sulla strada”. E’ una frase di padre David Maria Turoldo che mi ripeto continuamente per non sentirmi mai appagato del bene fatto».