Il viaggio estetico e semantico di Angelo Falciano, intitolato “Perseguire la realtà”, è stato presentato da Antonella Esposito

di Maria Giovanna Ruggiero

Perseguire la realtà, come una specie di ossessione. Cercare un perché della nostra esistenza, non senza sofferenze. Il fulcro dell’arte di Angelo Falciano è tutto condensato nella ricerca del senso del nostro essere. E la mostra di opere che ieri l’artista ha presentato al centro d’arte e cultura “La Sfinge” di Nocera Inferiore rappresenta quell’intenso viaggio interiore, non privo di distorsioni e sofferenze che solo l’armonia dei colori riesce a dissipare. Ma nelle produzioni dell’artista si avverte anche forte il desiderio di scoprire il mondo attraverso nuovi occhi, di superare il disagio dello stare al mondo con nuove reinterpretazioni di esso.

Il viaggio estetico e semantico di Angelo Falciano, intitolato “Perseguire la realtà”, viene presentato da Antonella Esposito, che offre una chiave di lettura ottimistica delle opere soffermandosi sull’uso che l’artista fa di colori che richiamano la terra e la vita.

Anche Rosario Pinto manifesta il suo punto di vista, suggerendo riflessioni di carattere storiografico utili a contestualizzare il lavoro di Falciano non solo nel nostro tempo, ma anche in un panorama più ampio. Secondo Pinto “ nell’opera di Angelo Falciano si rinviene una requisizione del reale come latenza figurativa, senza necessità di operare un richiamo alle cose. Si crea così uno scarto tra oggettualità e oggettività”. “Ciò che si evince dai quadri è una minuziosa attenzione al particolare, continua Pinto, che rende la sua opera non convenzionale suscettibile di nuove riflessioni”.

La valenza esistenzialista necessita di una didascalia che solo l’artista può offrire. E così fa Falciano, rivelando  la sofferenza sottesa ad ogni quadro o incisione, e anche il disagio nei confronti dell’opera conclusa, spesso vissuta con uno spirito di insoddisfazione. La spietata ricerca del reale si consuma nella scelta dei contrasti cromatici che altro non sono che la proiezione di quegli stati d’animo che, incisi sulla tela, diventano materia da interpretare  e nella quale identificarsi.

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