Sono in molti, nella città alfonsiana, a storcere il naso sulla nuova struttura commerciale sorta proprio nella piazza dove sorge la basilica del santo. Unico dato positivo, il fatto che le commesse siano tutte ragazze del posto

di Maria Rosaria Mandiello

Lo si potrebbe definire l’iper dell’abbigliamento e dell’oggettistica cinese. Una superficie di vendita con un colpo d’occhio importante, circa 650 metri quadri, dove centinaia e centinaia di scaffali e appendini si perdono in distanza, sino all’orizzonte delle lontane pareti. E’ il più grande bazar cinese dell’Agro Nocerino Sarnese. A due passi dalla centralissima piazza Sant’Alfonso, orario continuato e commesse rigorosamente paganesi. Un unico, impressionante open space con giacconi, vestiti, accessori, scarpe, casalinghi, oggettistica, articoli vari. Sono passati dieci giorni (era giovedì 23 Ottobre) dall’inaugurazione dell’ingrosso di generi non alimentari dalla grande insegna rossa e gialla, a richiamare i colori della repubblica popolare, e per l’area è evidente che sia diventato una sorta di toccasana. Con il full time non c’è da scegliere il momento per andarci e fare acquisti, basta recarsi al negozio quando si ha voglia: difficile trovare le serrande abbassate. Un mega bazar che ogni giorno ha il pieno della clientela. E’ infatti difficile vedere qualcuno uscire senza aver acquistato: dai giovani alle casalinghe, gli acquisti sono assicurati. Eppure i prezzi sono più alti di un normale negozio. Provare per credere. Ci abbiamo fatto un salto ed abbiamo scoperto che una normale canotta intima, con la stessa marca di un negozio visitato in precedenza, costava 2,50 a fronte dei 2,00 euro chiesti in un normalissimo negozio. Ma, non finisce qui. L’acquisto dei sacchetti frigo è costato 1,60 euro, a fronte di un 1,00 circa di un normale ipermercato. Stessa sorte anche per i detersivi. Eppure qui si spende, senza battere ciglio, senza chiedere lo sconto e lo scontrino, pur pagandolo di più, mentre in un normale negozio siamo abituati a contrattare sul prezzo e a chiedere persino lo scontrino.  Quel buco nero a due passi dal centro cittadino lasciato vuoto per anni, con i suoi locali diventati vuoti e avvolti dalla sporcizia, era entrato più volte nel dibattito del condominio che lo ospita. Con la proprietà che si è affrettata a trovare una soluzione. Polemiche erano sorte anche durante la fase in cui si rincorrevano le voci riguardo ai possibili nuovi gestori degli spazi. E quando si diffuse la voce che sarebbero stati commercianti cinesi, più di uno storse la bocca. Bisognava solo attende la riprova dei fatti: il commercio cinese attrae agli acquisti a due passi dal centro. E da qualche tempo è iniziata tutta un’altra storia. E’ l’effetto “Cina”. Ad attrarre gli investitori dagli occhi a mandorla sono anche le attività dell’Agro Nocerino Sarnese. Negli ultimi anni un vero e proprio boom di negozi cinesi che hanno preso il posto di piccole botteghe, dei negozi d’artigianato, per lasciare spazio ai mega casalinghi cinesi. Dentro ci trovi dall’abbigliamento, ai detersivi, passando per i giocattoli e i casalinghi. E’ l’effetto crisi o meglio quella che negli ultimi anni è stata ribattezzata col nome “recessione economica” ad attirare gli imprenditori cinesi. Lusso e debito, è questo l’ossimoro che attrae gli investimenti della Cina in Italia. Arrivano soprattutto dall’Estremo Oriente, hanno grandi capitali ed apprezzano da sempre il “made in Italy”. Nuovi imprenditori si affacciano sull’Italia, complici i tempi di ristrettezza economica. Sono cinesi, giapponesi, arabi. I cinesi investono su qualità e debito italiano. I loro investimenti si muovono sui prodotti tipici della qualità italiana, design e alta tecnologia, ma anche lo stato finanziario del Paese, per cui il 13% del nostro debito è nelle mani dei fondi d’investimento cinesi. E poi l’affare, che al momento resta un sogno per il mercato asiatico, si chiama Eni, un incubo per gli italiani, un potenziale per i cinesi. Acquistano negozi, aziende e marchi e agli italiani resta solo un timido “Made in Italy”.

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