L’esponente del Pd nocerino sogna un’Italia dove chi riceve un incarico lo ottenga per meriti professonali e non politici. «Basta Enti in deficit e servizi che non funzionano, come pure accade alla stragrande maggioranza delle partecipate»
di Vincenzo Stile
Guardo su Facebook la classica domanda che appare nello stato personale: A cosa sto pensando?
Sto pensando agli incarichi pubblici locali, non elettivi, ma determinati dalla politica: a cominciare dalla nomina a DG dell’Asl per arrivare alle nomine a capo dei vari carrozzoni politici come le partecipate, i consorzi, i patti, i piani e gli altri enti fino ai dirigenti dei servizi comunali… quelle chiamate ‘nomine fiduciarie’ diciamo così…
Ebbene se nomina “fiduciaria” sta a significare che il politico che ha il potere di nominare, nomina una persona di cui ha fiducia, per le competenze di merito che ha, con la “fiducia” che possa gestire un’azienda o un servizio in modo ottimale, senza procurare deficit o storture e che possa garantire tutti, anche coloro che sono di altra parte, allora bene che si vada avanti.
Ma se nomina fiduciaria sta a significare che invece di scegliere persone competenti si scelgono persone che devono fare gli interessi di una parte, e che la “fiducia” è solo questa, e che poi queste persone provocano deficit e storture negli enti, e servono a distribuire e a restituire favori, allora queste nomine sono una delle cose da eliminare dai poteri della politica, se davvero si vuole dare impressione di diversità dal passato, di imparzialità.
Tutte le nomine dovrebbero essere fatte per competenze e per merito dopo valutazione in concorsi o con altri metodi di reclutamento, trasparenti e pubblici, dove il criterio del merito sia a garanzia della nomina.
Assistiamo da tempo alla degenerazione della fiduciarietà: enti in deficit e servizi che non funzionano, la stragrande maggioranza delle partecipate sono in deficit, e in Campania è prima la Gori coi suoi svariati milioni di debito di deficit.
In questo modo la politica non è più un servizio alla comunità, ma l’espressione della voglia del governante di turno di essere pimus super omnes e non primus inter pares.
Ecco a cosa sto pensando? Sto pensando che un impegno della politica debba essere quello di evitare nomine solamente “fiduciarie” e cercare di restare finalmente sempre nel campo dell’attribuzione dell’onore al merito.
Ci arriveremo mai? Non lo so, ma finora, purtroppo, questa appare come una pratica irrinunciabile, tutti lo fanno e lo hanno fatto, ma almeno auspico che la si debba usare in modo nuovo e uscire fuori dai meandri dei personalismi, dei nepotismi e dei clientelismi, per dare la fiducia a chi merita la fiducia per i suoi meriti e non per le amicizie e per le garanzie che da di fare gli interessi di una parte a discapito del benessere della’intera società, perchè una sola parte non è tutti e la politica è servizio a TUTTI.