Si riuniscono a Castellammare di Stabia i sindaci dei trentatrè comuni che fanno parte dell’Ente cui sarebbe affidata, in teoria, la salute dei corsi d’acqua del bacino del Sarno, dell’Irno e dei Paesi vesuviani. Si va verso un sollecito congiunto al presidente Caldoro

di Maria Barbagallo

Ore decisive per la sorte del Consorzio di bonifica dell’Agro Nocerino Sarnese. Mercoledì, 29 ottobre, nell’aula consiliare di Castellammare di Stabia si terrà infatti un’assemblea dei comuni che fanno parte del Consorzio per “conpulsare il presidente Caldoro – come si legge nella lettera-invito – con una nota a firma congiunta, affinchè sia espletato il citato referendum”.

L’intervento

di Vincenzo Stile

Non sopprimete il Consorzio di Bonifica, meglio riformarlo! L’inquinamento ambientale è un problema di tutto l’Agro e non dei singoli comuni, come il problema della sicurezza idraulica e tossicologica fiumi. È necessario un ente sovra comunale che controlli tutto questo. Abbiamo il Consorzio Bonifica, proponiamo insieme una riforma di quest’ente affinché possa diventare più utile al nostro territorio accorpando nelle sue funzioni: monitoraggio ambientale, prevenzione e controllo degli scarichi illegali, attività di polizia ambientale, bonifica dall’inquinamento e riqualificazione ambientale, da affiancare ai compiti attuali. Sarebbe un organo veramente utile, si potrebbero creare nuovi posti di lavoro e utilizzare il patrimonio delle professionalità che vi operano da anni e mantenere i posti di lavoro, dovrebbe avere competenza su area vasta e dovrebbe essere fatto funzionare veramente bene e non essere l’ennesimo carrozzone. Possiamo prevedere tutto questo?

Di quale referedum dunque si tratta? Di quello popolare che, il 7 maggio 2008, dieci dei trentatrè comuni che ne fanno parte avviarono con una richiesta alla Regione Campania. Fu richiesta l’abrogazione dell’articolo 33, secondo comma, della legge regionale 25 febbraio 2003 numero 4, che istituiva il consorzio in questione. Tutto questo avrebbe dovuto, e deve tutt’oggi, passare atraverso un referendum popolare attraverso il quale la popolazione del bacino interessato, che ricopre il Sarno, i torrenti vesuviani e l’Irno, dovrà eventualmente confermare la volontà di abrogare l’Ente.
Dopo una non breve fase di contenzioso al Tar, quest’ultimo lo scorso luglio ha dichiarato prescritto il ricorso che il Consorzio presentò contro la richiesta di referendum.
Che il consorzio abbia creato più disagi che benefici, come è ben noto ai nocerini che vivono a ridosso della Solofrana, del torrente dei Corvi e della stessa Cavaiola, è cosa ben nota. E tuttavia ancora ci sono persone, come il dottor Vincenzo Stile di cui ospitiamo l’intervento, chiedono che esso possa sopravvivere, sia pur diversamente.

La cattiva manutenzione dei bacini idrici ha causato danni ben noti nell’Agro

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