Non sempre si può dare colpa ai servizi comunali per una città troppo spesso sporca. La zona attende da tempo un intervento di riqualificazione che la riporti in vita, ma nel frattempo anche i cassonetti gialli per gli abiti usati diventano fonte di degrado

 

di Enrica Granato

E’ cronaca di ordinaria maleducazione in via Solimena: protagonisti i cassonetti per gli abiti usati.
Il problema è sempre lo stesso: l’abbandono dei rifiuti unito alla mancanza di senso civico. Attorno ai raccoglitori gialli posizionati nella piazzetta del quartiere, infatti, non è raro imbattersi in indumenti (e non solo) abbandonati lungo le panchine o sul marciapiede.
Tutto questo è dovuto all’inesistenza del buonsenso da parte di chi, una volta constatato che il contenitore è pieno, invece di portare il materiale in un altro punto di raccolta lo lascia per terra.  O di chi, venuto a cercare i vestiti, prende quel che gli interessa ed appoggia il resto dappertutto.
E’ uno spettacolo davvero desolante quello che in più occasioni si è presentato agli occhi di passanti e residenti: pantaloni, maglie e scarpe sparpagliati sull’asfalto perché  non risultati graditi agli interessati.
La piazzetta, insomma, è continuamente disseminata di indumenti scartati e si è trasformata in una piccola discarica a cielo aperto.
Perfino la campana per la raccolta del vetro così come il terriccio e l’erba che cresce attorno agli alberi sono utilizzati per qualsiasi tipo di rifiuto.
«Alcune persone ancora non hanno capito che lì va solo il vetro – ha commentato un negoziante della zona – e appoggia sul marciapiede, insieme alle bottiglie,  anche sacchetti di umido, indifferenziata o plastica».
La vasca con zampillo acquatico, inoltre, diventa il più delle volte ricettacolo di insetti e quant’altro per la mancanza di pulizia costante e per l’abitudine di incivili di gettarvi  lattine, sigarette e fazzoletti.
Via Solimena attende da anni un riscatto e la valorizzazione che merita poichè rappresenta il cuore storico di Nocera Inferiore: qui, all’interno dell’ex fabbrica Schiavo, è possibile ammirare una parte dell’abitazione del pittore a cui questa strada è stata intitolata, così come – stando ai racconti dei residenti – è  presente un  palazzo progettato da Vanvitelli, architetto noto ai più per aver costruito la Reggia di Caserta.
«Ora è un mortorio – ha dichiarato Maurizio P., residente del quartiere  – Aprono e chiudono negozi, la gente non è invogliata a scendere e neanche i ragazzini giocano più in piazzetta perché – giustamente – sarebbero costretti a fare slalom tra abiti usati e sporcizia».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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