Sole caldo che d’estate batte sul capo, piogge invernali da cui non vi è scampo, vento: l’assenza di un riparo crea non pochi disagi, in particolare ad anziani e studenti che quotidianamente affollano le fermate
di Enrica Granato
Vita dura per chi, per necessità o comodità, sceglie di rinunciare alla propria vettura e rischia, così, di “arrostire” in attesa del pullman o di beccarsi un raffreddore: il problema, infatti, è stato sollevato proprio da pendolari, fuorisede o semplici cittadini che hanno voglia di spostarsi utilizzando i mezzi pubblici e che sono invece sottoposti alle intemperie stagionali.
Sole caldo che d’estate batte sul capo, piogge invernali da cui non vi è scampo, vento: l’assenza di un riparo crea non pochi disagi, in particolare ad anziani e studenti che quotidianamente affollano le fermate.
Sono soprattutto i luoghi d’attesa di via Castaldo (nei pressi del supermercato “Conad”) e via Pucci (alle spalle del liceo classico “G.B.Vico”) a rappresentare l’emblema della delicata situazione: i pedoni sono costretti, infatti, a lunghe attese in piedi poiché le panchine sono assenti e ci si arrangia con i muretti posti al lato del marciapiede per dare sollievo ai piedi e con la chioma degli alberi per sottrarsi ad un’abbronzatura forzata o ad un colpo di calore. Di ripararsi sotto una tettoia in plexiglas, poi, non se ne parla perché anche di queste non esistono tracce.
La richiesta per un eventuale spazio di installazione delle cabine, inoltre, trascina dietro altre criticità della strada come, ad esempio, i marciapiedi dissestati che rendono difficile il passaggio in via Castaldo e l’incivile usanza di alcuni utenti di non ripulire le deiezioni dei proprio cani in via Pucci, con il conseguente imbrattamento del suolo pubblico e riduzione di quest’ultimo a pista di slalom.
«Con l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno, sarebbe utile potersi sedere al coperto – dichiarano i pendolari – Penso in modo particolare alle tante mamme con bambini o alle signore anziane, ma anche ai tanti che quotidianamente si recano – come noi – alla fermata di due delle vie più trafficate di Nocera Inferiore e che devono restare in piedi a respirare smog, pericolosamente ad un passo dalla carreggiata».