Un tragico incidente d’auto toglieva alla città, nell’ottobre del 2010, una delle figure più amate. Tra i primi ad accorrere a Venafro l’ex comandante della locale compagnia dei carabinieri Massimo Cagnazzo. Della Porta tornava da quella festa del cioccolato che voleva realizzare anche qui
di Patrizia Sereno
Fu ottobre a portarselo via. Ottobre, il mese della castagne e delle foglie che lasciano spogli gli alberi. Ottobre con il suo melanconico sapore d’autunno sia con lo strascico caldo dell’estate che non vuole deporre le armi che con i primi morsi di un freddo che scimmiotta solo quello nordico.
Fu ottobre a portarselo via …nel 2010. Lo portò via mentre la sua mente vulcanica immaginava di portare la festa del cioccolato a Nocera Inferiore. E mentre negli occhi aveva ben impresse le immagini di un evento che immaginava di riproporre nella sua città.
Era morto sul colpo Alfonso Della Porta, 56 anni. ‘O Barone – come tutti lo conoscevano – aveva perso la vita intorno alle 14 di una domenica pomeriggio, al chilometro 85 tra Caserta ed Isernia, a Venafro, lungo la Statale 85. A condannarlo forse un colpo di sonno o un malore. Sull’asfalto nessun segno di frenata. Era reduce dalla partecipazione alla festa del cioccolato. Era andato fuori strada e l’impatto non gli aveva lasciato scampo.
Tra i primi a partire alla volta di Venafro (il corpo di Della Porta era stato trasportato nella sala morgue del locale ospedale) l’allora tenente colonnello Massimo Cagnazzo, che da poche settimane aveva lasciato la guida della compagnia dei carabinieri nocerina. Era stata proprio la serata di gala per salutare la partenza di Cagnazzo alla volta di Miano l’ultimo evento organizzato nei dettagli proprio da ‘o Barone, nei giardini della caserma Smica di Viale San Francesco, messa a disposizione dal 45esimo battaglione Vulture. Cagnazzo non aveva mancato di sottolineare come quell’istrione del tutto-fare fosse entrato nel cuore dell’Arma in città, facendosi apprezzare per la sua capacità di risolvere ogni tipo di problema, di cavarsela nelle situazioni più disparate, di cavar d’impaccio se stesso e gli altri. Si era occupato per anni del castello Fienga, durante una delle fasi storiche durante le quali il prezioso maniero appollaiato sull’omonima collina era abbandonato a se stesso. Poi era passato alla gestione-trasformazione del parco-giochi di via Rea. Con accanto l’inseparabile moglie ed il figlio Angelo. Affrontando anche i diversi atti vandalici perpetrati a suo danno. Ed arrivando a dormire in auto fuori dal parco per impedire che i balordi di fare danni. Per un periodo aveva portato la barba alla Padre Pio, dopo aver sconfitto una malattia piuttosto grave. E aveva fatto parlare di sé per alcune fortunate vincite che gli avevano reso un po’ meno dura la quotidianità.
Alfonso Della Porta fa parte della storia della città di Nocera Inferiore. Organizzatore di eventi in conto proprio per sbarcare il lunario prima (soprattutto negli spazi della sua proprietà al quartiere Piedimonte, l’arcinota “Vecchia Prateria“), era entrato a pieno titolo, con la cooperativa sociale che aveva creato, nei cartelloni sia natalizi che estivi organizzati, nel corso degli anni dall’amministrazione comunale. Fonzo ‘o Barone era diventato – tra le altre cose – il Babbo Natale per antonomasia. E arrivava puntuale con tanti Babbi e “Babbe” Natale calandosi in elicottero di solito nel piazzale antistante lo stadio. Prima delle modifiche imposte dalle norme….