Fu il fondatore, nella nostra città, sia della Camera del Lavoro che della sezione del Partito socialista. E fu anche primo politico “falce e martello” a guidare una Giunta a Nocera Inferiore. Ebbe un breve mandato a causa dell’avvento del fascismo
di Mimmo Oliva
Nel 1879 nacque a Nocera Inferiore Giuseppe Vicedomini. Qualcuno si chiederà: chi mai è stato? Un po’ di pazienza: Vicedomini, modesto figlio di bottaio, compì gli studi al seminario, ma ben presto si rese conto che il sacerdozio non era proprio tra le sue corde. Si arruolò quindi in fanteria a Nocera, e anche qui sembra non trovò grande ispirazione. Si dedicò allora al lavoro sindacale nella locale Società Operaia dei mugnai e dei pastai, e non fu un caso. A Nocera infatti nei primi del ‘900 abbondavano i pastai e i mugnai, i quali furono protagonisti di imponenti scioperi nel 1902, 1903 e 1906. Fu così che divenne il primo segretario della Camera del Lavoro di Nocera: fu tra i primi, se non il primo, a recarsi nel 1909 a Londra allo scopo di stipulare contratti commerciali per i suoi iscritti contadini al fine di evitare loro di pagare commesse ai mediatori. In questo senso fu decisamente un innovatore, quindi. Tra le innumerevoli cose che fece, fondò un giornale, “La Favilla”, oggi praticamente introvabile. Da quello che mi risulta probabilmente fu forse il primo ad intuire sul nostro territorio quanto fosse importante un giornale per la diffusione delle notizie. Nel suo caso informazioni sindacali e politiche: fu infatti anche il fondatore della sezione socialista in città. A suo carico vanta un fatto particolare: fu il primo sindaco socialista di Nocera Inferiore, nel 1920. Non durò molto, a dir la verità, perché l’avvento del fascismo lo costrinse quasi subito alla clandestinità costringendolo a portarsi dietro i genitori e i suoi otto figli.
Questo episodio mi porta, direi che mi trascina, in qualche modo, all’argomento che segue, e Vicedomini mi sembrava la figura giusta per arrivarci.
Nel 1921 i fascisti arrivano anche a Nocera e devastano tutto. Tra le 119 Camere del Lavoro distrutte in quel periodo in Italia, quella della nostra città non fu da meno.
A dir la verità Nocera fu colpita quale simbolo di una situazione sociale, politica e industriale sui generis nella nostra provincia. Nel salernitano infatti il fascismo entrò tardi, frutto della forte disgregazione del tessuto sociale che per ragioni di conservazione delle clientele risultò inizialmente ostico pure al fascismo. Fu dopo la marcia su Roma che il fascismo diventò un fiume in piena e fu così che la prima amministrazione comunale a cadere nelle mani dei fascisti fu quella di Nocera Inferiore. Via via poi caddero tutte le altre, tant’è che tra gennaio e febbraio del 1924 vennero costrette alle dimissioni le amministrazioni comunali di quasi tutta la provincia.
Strana terra la nostra, sfiorata da tutto.