Un turista brasiliano in visita alla prestigiosa struttura scrive sul registro dei visitatori: «Se in Brasile avessimo un solo quadro di questi staremmo sempre ad ammirarlo, invece voi ne avete tanti e non c è mai un italiano che li osservi»
di Enrica Granato
E’ una “bella sconosciuta” la pinacoteca di Nocera Inferiore sita nel convento di S. Antonio: una sede di tesori e splendori (che vanno dal XV al XVIII secolo) tanto affascinanti quanto dimenticati.
A tirare le orecchie ai cittadini ci ha pensato un turista brasiliano che il 25 settembre è venuto in visita proprio alla struttura francescana: «Se in Brasile avessimo un solo quadro di questi staremmo sempre ad ammirarlo, invece voi ne avete tanti e non c è mai un italiano che li osservi» ha scritto Plinio Antonio Rodriguez sul registro delle presenze.
In effetti i nocerini dovrebbero prendere maggior consapevolezza delle reali risorse e potenzialità del territorio ed accendere i riflettori anche su questo museo civico, attualmente di proprietà della comunità dei frati che si adoperano al meglio (senza fondi extra) per renderlo fruibile.
Inaugurata nel 1995, la pinacoteca comprende 23 opere di famosi artisti italiani (come Andrea Sabatini, Severo Ierace, Marco Cardisco , Pietro Negroni): la più antica di esse è una tavola raffigurante l’ “Adorazione dei Magi”, della seconda metà del 1500, mentre la “Madonna d’Alba” (copia di ignoto dell’originale di Raffaello Sanzio) ospitata a Nocera fino alla metà del 1600 è attualmente custodita presso la National Gallery di Washington. Sono stati molti i furti ai danni del convento ed è per questo motivo che negli anni ’90 si è reso necessario creare la pinacoteca in un luogo più appartato.
Il convento che la accoglie è stato fondato nel 1286 ad opera della nobile famiglia dei Filangieri. Nel 1385 ospitò la congiura dei cardinali contro papa Urbano VI (assediato nel Castello del Parco) e nel ‘500 fu una delle chiese più amate dai duchi di Nocera, i Carafa della Stendera, come testimoniano gli imponenti ampliamenti della chiesa con l’ inserimento degli stemmi di famiglia. Nel ‘600 fu sede dei Parlamenti Universali Nocerini in cui si eleggevano i sindaci. Fino ai primi del ‘700 vi è vissuto il beato Bonaventura da Potenza, mentre nel 1808 fu oggetto delle confische napoleoniche e trasformato in caserma: solo nel 1951 tornò in mano ai frati che da allora si sono adoperati per realizzare la pinacoteca, conservando i tesori della città salvati dalle razzie francesi. Ciò che oggi è esposto è solo una parte di quello che doveva essere un immenso patrimonio.
«Ho colleghi universitari nocerini della facoltà di Beni Culturali che non l’hanno mai vista – dichiara Raffaele Alfano, vicepresidente del Centro turistico giovanile Noukrìa – E’ un vero peccato. Quello che potrebbero fare le istituzioni sarebbe contribuire indicando sponsor privati, organizzando eventi culturali , sensibilizzando attraverso le visite alla pinacoteca con attività didattico – laboratoriali o partendo da chi forma le nuove generazioni».