Basterebbero pochi sacchi di cemento per poter tappare i buchi e rendere la strada più sicura in attesa di altre e più definitive soluzioni. I fedeli che frequentano il convento temono sempre più per la loro incolumità. Fra’ Luigi: «Confidiamo nel sindaco»
di Enrica Granato
Strada a groviera per raggiungere il monastero di Sant’Andrea: i fedeli denunciano la pericolosità delle vie e lamentano l’impossibilità per alcuni di recarsi presso il luogo sacro.
Il percorso che si snoda dalla piazza antistante la chiesa di Sant’Antonio e prosegue lungo la collina, infatti, è tutto un susseguirsi di buche e rocce sistemate alla meno peggio lungo la carreggiata che rendono davvero difficoltosa la salita. A fare da contorno a questo già desolante scenario sono spesso anche rifiuti abbandonati da incivili o scarti di fabbriche che hanno trasformato vari angoli del sito in piccole discariche a cielo aperto a cui ha dovuto provvedere l’amministrazione comunale, costretta più volte ad intervenire per la mancanza di senso civico di determinati utenti. Ma è soprattutto il piazzale antistante lo stesso monastero di Sant’Andrea ad essere al centro dell’attenzione per i disagi causati dallo scorrere inevitabile del tempo e dagli agenti atmosferici, che hanno corroso l’asfalto creando buche anche di notevoli dimensioni. Buche che per i fedeli con problemi di deambulazione o di una certa età rappresentano un vero e proprio ostacolo, al punto da scoraggiare chi da quando il convento è tornato in vita segue lì la messa, e anche di quelli che si rivolgono ai frati anche solo per un conforto spirituale.
Il sindaco Torquato, informato dei fatti, ha effettuato un sopralluogo in loco circa 3 mesi fa, rassicurando i frati che avevano segnalato l’effettivo disagio, ma ad oggi nulla è stato fatto. Pare, infatti, che la chiesa di Sant’Andrea non rientri nel progetto di recupero della collina che ha, invece, interessato il parco del castello Fienga e che quindi non ci siano i fondi per finanziare un restauro della strada e della piazzetta finale.
I nocerini sono da generazioni particolarmente legati al monastero: chi per devozione, chi perchè ha scoperto in quel luogo un’oasi di pace lontana dalla città, chi perchè nelle figure dei frati ha trovato delle guide spirituali o semplici amici con cui confrontarsi e discutere sui grandi temi della vita e della società moderna.
«Noi viviamo a contatto con la gente – ci spiega frate Luigi, abbastanza noto a Nocera proprio per la sua intensa attività spirituale – perchè è questo il nostro compito. Abbiamo a cuore i problemi della comunità, ascoltiamo e siamo vicini e a disposizione di chiunque. Il pericolo di cadere in qualche buca prima di poter entrare in chiesa impedisce ai fedeli di vivere serenamente un momento da dedicare alla preghiera. Basterebbero anche solo pochi sacchi di cemento, almeno per riempire i fossi. Confidiamo nell’aiuto del primo cittadino, che si è sempre mostrato sensibile e comprensivo nei nostri riguardi».