Ketty Petti si è ormai affermata a livello nazionale per la sua genialità nel dare nuova vita a cose di tutti i giorni trasformandole in capolavori. La tecnica “My Old”, da lei messa a punto nel 2012, è diventata un punto di riferimento per tantissime sue colleghe
Si chiama Ketty Petti, ha 45 anni, e si può sicuramente definire “la regina del riciclo“. Le sue creazioni sono da tempo pubblicate su tantissime riviste del settore e a casa sua l’arte ci sta da gran protagonista. Suo marito, infatti, è Mario Alfano, un eccellente e noto musicista. «Ho due figlie ed una famiglia splendida», è tra le prime cose che ci dice presentandosi.
«Mi piace presentarmi ai lettori del Risorgimento Nocerino, che seguo assiduamente, come una grande appassionata di tutto ciò che appartiene al mondo creativo. Questa passione si può dire sia iniziata sin da quando ero piccolissima: a circa sette anni iniziai a cucire i vestitini e a creare gioielli per le mie bambole. Imparai a fare l’uncinetto, il ricamo, a lavorare ai ferri, cucire, ed altre cose. Negli anni ho conservato e approfondito il mio amore verso la creatività e mi sono specializzata in varie tecniche decorative sotto la guida di esperti insegnanti».
– Definisciti come professionista
«Non mi definisco una professionista, assolutamente. Una creativa si, che è cresciuta pian piano affinando le sue tecniche con le più brave creative in Italia. Una ricerca continua per imparare da chi era più brava di me».
– Tu scrivi su varie riviste di settore: hai insomma una comunicatività a 360 gradi…
«E’ vero, scrivo su diverse riviste, nazionali ed internazionali. Mi piace dire, e ne sono orgogliosa, ovviamente, che sono la prima nocerina a scrivere su questo tipo di riviste. Tra queste ricordo “Laboratorio di decoupage”, “Casa Creativa”, “Casa da sogno”, “Riciclo e recupero creativo”. Faccio soprattutto tutorial, che sono materia molto impegnativa. Dobbiamo metterci nei panni di chi non ha mai fatto quella cosa e dobbiamo descriverla, passo per passo, con testo e foto. Noi non scriviamo per persone già brave nel settore, insomma».
– Che tipo di servizi possono chiederti le persone che si rivolgono a te?
«Sicuramente un lavoro fatto con passione, se vuole una mia creazione. Se vuole imparare invece troverà un’insegnante paziente e comunicativa. Non sono gelosa della mia creatività, anzi. Alla fine comunque io insegno la tecnica. E solo la tecnica non basta per creare. Ci vuole anche passione, fantasia, un pizzico di intraprendenza. Insegno tecniche decorative presso il mio laboratorio e in varie città italiane ed è sempre una grande emozione incontrare nuove persone. Nel 2012 ho ideato la tecnica “My Old”, che permette di invecchiare, di colorare e di riciclare qualsiasi tipo di oggetto e materiale in maniera facile e veloce. Fondo materico, colori e finitura, sono completamente inediti e con grande mio piacere ho riscontrato che la tecnica sta piacendo, e viene usata da tante creative. Tante opportunità mi sono state date e io le ho accolte sempre con gioia e gratitudine, e con esse sono arrivate le soddisfazioni, attraverso le quali la mia esperienza creativa si è arricchita di conoscenze e amicizie preziose».
– Abbiamo visto le tue bomboniere. Sono tutti progetti esclusivi?
«Si, è vero: da tempo mi sono addentrata anche in questo settore. Sono molte le persone che si rivolgono a me per avere un oggetto particolare, non la comune bomboniera. Vengono qui con una idea, cerchiamo insieme tra i lavori già fatti l’oggetto o la tecnica che più piace, e poi procedo. Qualcuno chiede anche cose nuove, e questo mi stimola ancora di più».
– Tu dedichi anche tanto del tuo tempo a stare dietro le quinte ad assistere tuo marito nella sua attività…
«Si, tanto, ma non tantissimo da non avere tempo per il mio lavoro. Io sto dietro le quinte negli spettacoli di mio marito ma è proprio grazie a lui, che è stato il mio primo sponsor e mi ha sostenuto moralmente ed anche economicamente durante il mio percorso di formazione, che sono potuta uscire sul palcoscenico nella mia attività. Ed ovviamente questo me lo fa amare ancora di più»