Rieccoli: torna l’immunità. Sandro Pertini, uno dei pochi Presidenti della Repubblica degni di questo incarico che la nostra Italia abbia avuto, era solito dire che chi aveva la coscienza pulita poteva camminare per strada da solo, senza alcuna scorta.

Evidentemente un buon numero dei nostri politici la coscienza pulita non l’ha affatto! Le scorte invece abbondano, e le tutele si incrementano quasi a vista.

Per non parlare delle “paghette” dei parlamentari: continuano a farmi tornare alla mente quella di Salvatore, un mio compagno di liceo, allora piuttosto benestante rispetto a noi. Riceveva sul finire degli anni ’70 50mila lire al mese più 10mila a settimana e 1000 lire al giorno. Una enormità rispetto alle 5-10 mila lire che prendevamo noi ogni settimana. E il parlamentare fa altrettanto: il finanziamento al suo gruppo, più lo stipendio (anzi, l’indennità, come la chiamano per non tassarla se non in parte), più i rimborsi per l’attività politica sul territorio. Salvo a far risultare attività politica l’acquisto di cibo per animali, di dolciumi, di vini pregiati, di biancheria intima, di profilattici e, per carità di Patria, non voglio scendere più in basso!
E allora, che tipo di riforma dobbiamo aspettare per metter rimedio a questo indecoro? Quella che ci faremo da soli un giorno forse non lontano con forconi e roncole?

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Bravo Grillo! Non avrei saputo far meglio: “Non date all’Italia soldi Ue, vanno a mafia e camorra”…
Che campione! Che eroe!
Dopo l’alleanza al Parlamento europeo con un gruppo molto discutibile, ora il comico ha deciso di far ridere anche l’Europa: di noi, però, che permettiamo a simili soggetti di circolare impunemente.
Se le varie associazioni di cittadini e consumatori avessero un minimo di attributi, dovrebbero far partire una immediata richiesta di risarcimento nei confronti del proprietario del Movimento 5 Stelle (si, marchio ed altro sono suoi, per chi non lo sapesse), per aver prodotto un danno all’immagine e al decoro della Nazione. Potrebbe farlo anche la Magistratura, in verità, senza attendere richieste di alcuno. Ma, tant’è, come disse quello scafista ai suoi “colleghi” facendomi vergognare profondamente: «Non vi preoccupate, tanto siamo in Italia!»
… E chest’è!

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