di Domenico Pessolano
Cosa significa essere un liceale. Le scuole superiori sono un medley di emozioni dalla A alla Zeta
“Dedicato alle prossime matricole – anno scolastico 2014/2015”
Sembra ieri quando il cielo grigio e la pioggia mi accompagnarono nel mio primo giorno di liceo. Un giorno speciale, si sa, nel quale si provano emozioni e sentimenti unici e indescrivibili. Non conoscevo nessuno, avevo paura di tutto quello che mi circondava, mi sentivo come intrappolato in una campana di vetro.
Ora, però, che sono arrivato alla fine del secondo anno, mi accorgo che questa scuola è la mia seconda casa, dove posso studiare, crearmi nuove cerchie d’amicizia e soprattutto diventare uomo. Cos’è davvero il liceo? Cosa significa per me e per tutti essere un liceale? Beh, poche ciance, le scuole superiori sono un medley di emozioni dalla A alla Z. Ed essere un liceale vuol dire spensieratezza, felicità, eccetto magari e soprattutto lo studio e i professori. L’ho capito fin da subito, non appena mi sono scrollato di dosso il forte impatto emotivo dovuto al passaggio dalle medie alle superiori. Non è infatti per niente facile prendere in mano questa nuova esperienza con entusiasmo e serenità, la tensione prende il sopravvento in qualsiasi istante. Pensate che nei primi giorni di scuola ero persino intimorito dal dover interagire con i miei nuovi docenti. Lo so, detto oggi fa ridere anche me, ma è tutto nella norma, fa semplicemente parte del corso degli eventi e deve essere accettato senza andare nel panico, anche perché il bello di questa nuova avventura ancora deve arrivare. La parte migliore di tutto sono, senza dubbio, i rapporti umani e, non solo, quelli con gli amici, ma anche con i professori, i quali, pur essendo nettamente più inflessibili di quelli incontrati in precedenza, riescono a comprendere al volo lo stato d’animo di ogni loro alunno, compreso me stesso, riuscendo a instaurare un rapporto che va anche oltre la cattedra, seppur ovviamente nel rispetto reciproco. Su questo argomento c’è così tanto da raccontare che potrei scrivere già un libro anche se, ho solo finito il biennio. La gioia e la soddisfazione per un ottimo voto, lo scoramento per il contrario, e infine le tipiche goliardie con gli amici nei corridoi della scuola. I tanti sorrisi e le indimenticabili assemblee d’istituto, i concerti, e anche le immancabili cotte per qualche ragazza e gli ingegnosi piani per conquistarle architettati tra noi ragazzi. Solo a pensarci, il cuore mi si riempie di felicità, e capisco che sono una persona molto fortunata ad aver vissuto tutto ciò e ancor di più quando mi accorgo che dinanzi a me ho altri tre anni di liceo da vivere in questo modo. Non so come starò quando tutto questo finirà, ed è proprio in virtù di ciò che auguro a tutte voi matricole di trascorrere questi cinque anni, pur sempre studiando, con grande serenità, con grande apertura verso il prossimo. Perché il liceo, cari ragazzi, è un’avventura!
Domenico Pessolano