Scaldano i motori candidati e partiti in vista della competizione elettorale di domenica. In ballo per tutti le elezioni europee, e per molti comuni anche il rinnovo dei consigli comunali.
Poche le novità viste a Pagani e a Nocera Superiore, i comuni più vicini alla città capofila, in cui si terranno anche le amministrative. Se il nuovo nei due territori sono i candidati ripescati dal congelatore dopo periodi più o meno lunghi di lontananza dalle competizioni elettorali è davvero il caso di dire che stiamo freschi. Diverso è il discorso per le Europee: qui si gioca una “singolar tenzone” a tre contendenti tra Forza Italia, il Pd e il Movimento 5 Stelle. Destinato a far da spettatore che prende meno botte possibili il primo, ci sarà da vedere se la tenzone sarà al primo o all’ultimo sangue tra Renzi e Grillo e quale sarà la reazione dello sconfitto. Sempre citando il classico c’è da dire che “se Atene piange, Sparta non ride”. Renzi ha problemi non piccoli dovuti a lobby interne che lo osteggiano e, in fondo, non ha ancora tolto la maschera per svelare se è davvero il garzone di Gelli: sono in tantissimi nel Pd che stanno pensando di votare il partito a naso turato perché alla fine è il meno peggio, e non è detto che il movimento di Tsipras non si ritrovi lunedì mattina ad aver conseguito numeri che nemmeno immaginava di poter fare.
Il vero pericolo, comunque, continua ad essere il populista Grillo, che da bravo comunicatore profitta della buona fede di tantissime persone stanche di politici disonesti, puttanieri, clero e lobbydipendenti per fare i suoi proclami e conquistare voti. Ma che ovviamente, come fanno tutti i populisti, non è colpa sua se non può fare niente: siamo noi che non gli diamo il 51 per cento!
Certo, se gli Italiani avessero memoria un po’ più lunga, e senza risalire al celebre ventennio dello scorso secolo, ricorderebbero in tempi recenti il populismo del “Fronte dell’Uomo qualunque” di Guglielmo Giannini, nato nel 1944 e miseramente affondato quattro anni dopo per aver disorientato gli elettori con il cercare accordi con quel Pci i cui uomini aveva chiamato “vigliacchi e farabutti”. Giannini aveva come motto “non ci rompete più le scatole”. Vi ricorda qualcuno di recente?
Vogliamo poi transitare velocemente verso quell’altro populista che risponde al nome di Umberto Bossi, prima attacchino elettorale della DC e poi fondatore della Lega Nord al suon di “basta con Roma ladrona”? Anche qui abbiamo ben chiare le idee di come sia finito lui personalmente e di che fine stia facendo il suo Partito.
Ora è arrivato il nuovo «turista della democrazia», Beppe Grillo, che passa da una sciocchezza all’altra con la stessa facilità con cui (non me ne vogliano i berlusconiani, ma sapete che è così) l’ex Cavaliere nazionale passava e passa da una boutade alla sua immediata smentita a dispetto delle telecamere che l’hanno immortalata.
E così la rinuncia al finanziamento pubblico (che però non gli sarebbe stato comunque concesso perché lo statuto del suo Movimento è lontano anni luce da quello richiesto per legge); la condanna della presenza in Tv salvo a genuflettersi davanti al mefistofelico Bruno Vespa; il sistema operativo in cui uno vale uno che tradotto significa voler far sentire il peso di una goccia d’acqua nel lago di Garda; i vari tour estivi, primaverili, autunnali e chiu più può più ne metta in cui arrivano i “cittadini-dipendenti” che dovrebbero ascoltare la tua voce e poi buttano gli appunti ancor prima che l’incontro sia finito. E, solo per finire l’elenco ma non perché di amabili stupidaggini non ce ne siano più, ora la cretinata populistica del processo multimediale a giornalisti, politici e via dicendo. Che – sia chiaro – prima andavano presi a calci, ora vanno semplicemente giudicati mediaticamente. La pena in caso di condanna? Un pizzico di sale sulla coda. Sia ben chiaro, però, come da intervista di Casaleggio a “Il Fatto quotidiano” di qualche giorno fa, che se M5S vince e la rete lo vuole nè lui nè Grillo si sottrarrebbero a responsabilità di Governo. Alla faccia della coerenza!
Nocerini, votate chi volete, da destra a sinistra: ma attenti a non rinforzare il populista di turno. Dopo ce ne pentiremo tutti!