Dura presa di posizione del sindaco di Nocera Inferiore sulla società che gestisce le risorse idriche in città come negli altri enti dell’Ato 3. Denunciato dalle associazioni presenti il disinteresse di alcuni enti. Si allarga il fronte dei sindaci che vogliono l’acqua pubblica: a Nocera Superiore tutti i candidati a sindaco in corsa il 25 maggio hanno dato il loro si incondizionato
di Francesca Fasolino
«La Gori nasceva come ottimizzazione dell’acqua, ma è diventata uno “stipendificio”, un ente incompetente che non riesce a sostenere il sistema di distribuzione idrica»: questa la linea di pensiero espressa dal primo cittadino Manlio Torquato in merito alla questione Gori. E’ quanto emerso dall’incontro o, meglio ancora, dalla chiacchierata tra cittadini e membri del Comitato per l’acqua pubblica, tenutosi martedì sera a palazzo di città, con l’obiettivo di fornire maggiori informazioni sull’importanza di riportare la gestione del servizio idrico all’interno dei comuni. Un percorso alternativo da quello che la Gori ha in serbo per tutti quei comuni che hanno subito una privatizzazione dell’acqua e che deve compiersi mediante la cooperazione di cittadini, comitati e sindaci. Tanti i punti trattati durante l’incontro, in particolare si è parlato dell’aumento, del 44 per cento, previsto per le prossime bollette, e dell’aumento del 68 per cento previsto per il 2015. Il motivo? Si è cercato proprio di rispondere a anche questa domanda nell’aula consiliare del comune.
«La Gori è una società tecnicamente fallita – ha dichiarato Ciro Annunziata, rappresentate del comitato – E’ una società che, avendo circa 500 milioni di euro di debiti, 280 dei quali soltanto nella Regione Campania, tenta in tutti i modi di ottenere quella liquidità di cui ha bisogno, e lo fa sovraccaricando in un modo esorbitante le bollette delle persone che, molto spesso, non riescono a pagare». Ed è anche questo uno dei temi che è stato trattato: la difficoltà che sempre più famiglie riscontrano nel pagamento delle tasse e, in questo caso, nel pagamento delle bollette super salate inviate dalla Gori. «Nell’ultimo periodo sono aumentati infatti i distacchi dell’acqua a coloro che non possono pagare – ha continuato Ciro Annunziata – Questo è un gesto disumano, incivile. Quella che sta adottando la Gori è una politica infame. Togliere la risorsa idrica ad un individuo è un qualcosa di indecente, di allucinante». La proposta dei Comitati per l’acqua pubblica è quindi quella di far «ritornare la democrazia dell’acqua ai comuni – ha dichiarato la dottoressa Ida dello Iorio, rappresentante del comitato – E’ importante che i sindaci, con un atto politico, facciamo un ordinanza di riallaccio dell’acqua a tutela delle persone che non hanno avuto la possibilità economica di poter pagare bollette troppo alte. Angri infatti è stato il primo comune ad agire in tal senso». Non soltanto informazioni, ma spazio anche per il dibattito nella serata di ieri. Sono stati in tanti infatti a prendere la parola per esprimere il loro parere o per raccontare la loro esperienza, come la giovane francescana Chiara che, ispirata dalle parole di san Francesco, che considera l’acqua sua sorella nel “Cantico delle creature”, è impegnata da anni nella lotta contro la privatizzazione delle risorse idriche. «Privatizzare l’acqua e considerarla una merce, significa violare il suo essere».
Anche Mariarosaria Vitiello, presidente dell’associazione Spes di Scafati, ha voluto condividere il suo pensiero con i presenti: «L’acqua è un bene comune ed è importante che si lotti per far si che ritorni tale. Chiediamo quindi ai sindaci di sostenerci in questa lotta, a Scafati abbiamo raccolto 1500 firme per chiedere al sindaco Aliberti di sostenerci. Purtroppo c’è stato un disinteresse totale».