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Meno trenta all’appuntamento elettorale: ora, specialmente su Facebook, comincia il divertimento: quello grosso, intendo.

La rete inizia, infatti, a offrire fior fiori di chicche capaci di mettere di buon umore chiunque. Tranquilli, non farò nomi, sia perché inevitabilmente in una comunità non grandissima non ci vuole molto ad individuare i soggetti sia perché alcuni di essi sono amici, per di più simpaticissimi, e non mi pare una bella cosa il fatto che oltre a girare il coltello nella ferita io li esponga (come in realtà pure meriterebbero) al pubblico ludibrio.

La prima cosa che mi capita a tiro è la considerazione, generosa e spontanea conoscendo la correttezza e l’onestà di chi l’ha scritta, che si arrampica su una similitudine che definire comica è ben poco. Leggo in un post: «Certi personaggi immaturi, falsamente “nuovi”, sono un po’ come le angurie: solo dopo averla aperta ed assaggiata potrai esser certo al 100% che l’anguria è buona; a volte hai splendidi meloni che però non hanno un buon sapore ed altre angurie che sembrano normali però, una volta aperte, hanno un sapore fantastico… una cosa è l’apparenza, l’altra è la riuscita del nostro futuro». Roba che i celeberrimi fratelli Caponi, alias Totò e Peppino, non avrebbero saputo nemmeno immaginare. Mi hai fatto, caro amico, letteralmente scompisciare! Mi stai forse dicendo che il candidato che sostieni ha un’apparenza del tutto insignificante? Laughing Per rispetto alla tua persona, ci credo senza scendere nel dettaglio. E spero che a chi voterà il tuo candidato tu non debba cantare il celeberrimo motivo: «Si ‘o mellone è asciuto bianco mò cu cchi t’a vuò piglià!».

Continuiamo la carrellata con chi all’improvviso comincia a parlare di se stesso in terza persona, cercando di darsi importanza. Leggiamo sul suo profilo: «Alle ore 10.00, il Candidato (MAIUSCOLO MAJESTATIS) al Consiglio Comunale della lista (omissis, caritatevole per giunta)”, nome e cognome (vedi nota precedente), sarà ospite a RADIO XXXX».  
Ora, caro amico, mi chiedo e ti chiedo: a parte il perfezionare l’italiano che ti insegnerebbe con dovizia di particolari cosa va messo in maiuscolo e cosa no, ti hanno mai insegnato quella che si chiama “netiquette”, neologismo sincratico che unisce il vocabolo inglese network (rete) e quello di lingua francese étiquette (buona educazione)? Ti hanno spiegato che scrivere una parola tutta in maiuscolo significa simbolicamente alzare la voce?

Chiudo prendendo in esame un candidato a seggi europei, che da ragazzo ebbe a scrivere in un tema, profetizzando il suo futuro, «da grande prenderò un po’ di l’aurea». Decisamente noto nell’ambiente per aver pensato prima alle sue cose, poi alle sue cose, infine alle sue cose, oggi si ritrova, ancor prima che la tenzone elettorale inizi sul serio, già tacciato di incompatibilità fra i suoi incarichi e la candidatura stessa. Mi verrebbe di invitarlo a desistere dal candidarsi, tanto non essendo in listini “protetti” gli si attribuiscono ben poche speranze non solo di elezione, ma anche di raccogliere un numero di voti che gli permetta di dire «Almeno ho ottenuto un bel successo!». Preferisco però riportargli (censurando l’interezza della frase in quanto decisamente “forte”) quanto scritto da un simpatizzante M5S: «Ti resta solo 5 stelle, poi li hai cambiati tutti. Ma noi non ti vogliamo».

 

 

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