Per recuperare il rettile albino, poi consegnato all’Asl per l’autopsia, è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco, uno dei quali è dovuto immergersi nel fiume con cavi e funi. In tanti ne hanno tratto numeri per il Lotto
di Enrica Granato
Solitamente costeggiando un fiume inquinato come il Solofrana non è difficile imbattersi in topi o piccole bisce d’acqua dolce che fanno capolino sulle sue sponde. Eppure stamani nell’Alveo Comune, il tratto che attraversa via Raffaele Pucci nel quartiere Arenula, l’attenzione dei passanti è stata catturata da qualcosa di inimmaginabile: un pitone albino di circa quattro metri ha fatto la sua comparsa (intorno alle ore 10:30) nelle acque sottostanti il passaggio a livello di via Giambattista Vico.
La razza a cui appartiene il rettile è un “morph” del pitone, ovvero una variante del boide comune e in particolare del pitone reale e del pitone moluro: l’albinismo che ne caratterizza l’aspetto è causato da una mutazione genetica che interferisce sulla sintesi di un enzima che a sua volta influisce sul colore delle squame, conferendo all’animale un colore giallo limone con bande bianche sui lati poiché risulta assente il pigmento nero.
Il ritrovamento del pitone, che aveva la testa decapitata ed inserita all’interno di un sacchetto nero, ha fatto immediatamente pensare ad un deplorevole tentativo da parte di uno spietato proprietario di sbarazzarsi della povera bestia, cresciuta in cattività.
La notizia si è subito diffusa tramite i social network e sono stati in molti a recarsi in loco per vedere in prima persona il rettile che per qualche ora è rimasto incastrato in quel tratto del fiume.
Alle ore 13:00, poi, con l’uscita da scuola di bambini e liceali, una notevole folla si è radunata sul ponticello per mostrare ai più piccoli il “serpente giallo”.
«Si è trasformato in un’attrazione – dichiara G.T., 17 anni – Mi ha fatto tanta pena vederlo con la testa incastrata dentro quella busta».
«Mi sono avvicinato perché ho visto tanta gente che correva e si riuniva lì ed ho creduto che qualcuno si fosse buttato nel fiume – aggiunge Carlo Gallo – Invece ho visto quella coda lunghissima agitarsi tra le onde del fiume. E’ stato spaventoso».
«Parecchi dopo essere stati qui sono andati a giocarsi i numeri al lotto – sostiene Gaetano Ricciardi – Non capita tutti i giorni di trovare un pitone di quelle dimensioni a Nocera Inferiore».
Eppure i residenti di via Pucci concordano nell’asserire che non è il primo caso di recuperi insoliti.
Lo scorso anno, ad ottobre, era stato il cadavere di un maiale ad attirare l’attenzione dei passanti, così come in tempi non remoti sono stati ritrovati cani e cinghiali.
Per recuperare il pitone albino (ora consegnato all’Asl per l’autopsia) è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco, uno dei quali è dovuto immergersi nel fiume con cavi e funi.