Prima un pranzo a sorpresa per i bimbi ospiti dell’associazione “Il Buon Samaritano”, retta da don Ciro Galise a Nocera Inferiore, e poi un pranzo per la raccolta di fondi in compagnia del “boss delle cerimonie” Antonio Polese
di Enrica Granato
La solidarietà non va in vacanza: a ricordarlo, a ridosso delle festività pasquali, sono i giovani del Rotaract club Nocera Inferiore – Sarno con un doppio appuntamento organizzato sabato 12 aprile.
In primis, è stato organizzato un pranzo a sorpresa presso la sede dell’associazione “Il Buon Samaritano – Nocera Inferiore” (che accoglie i bimbi disagiati, offrendo loro una casa accogliente semi-residenziale) con la complicità di don Ciro Galise, per sostenere il progetto di club “Insieme per i bambini del Buon Samaritano” e presentare loro il dono acquistato con il ricavato della serata del 16 marzo, anch’essa volta a sorreggere l’iniziativa: una grattugia professionale.
«È stato un momento di grande divertimento sia per i giovani rotaractiani che per più piccoli che si sono sentiti al centro della situazione, ascoltati e coccolati – commenta il presidente del prestigioso circolo Costantina Fugaro -Impegnarsi a regalare ai sorrisi, spensieratezza, sano divertimento è la filosofia che anima il progetto “Insieme per i bambini del Buon Samaritano”, con cui abbiamo voluto dare corpo ad un sogno a chi ha bisogno soprattutto di non essere costretti troppo spesso a fare i conti con la dura realtà. Don Ciro ha accolto con piacere i giovani del Rotaract, a cui ha rivolto parole di ringraziamento per il bel dono e per la loro continua disponibilità. L’atmosfera gioiosa, la vivacità di tutti e l’impegno dei volontari sono stati gli ingredienti che hanno permesso di trascorrere una piacevole giornata, all’insegna della condivisione e della solidarietà. Esperienze come questa ci fanno capire che un semplice impegno al servizio degli altri, senza alcun interesse personale, arricchisce i valori vivi della dignità umana e soprattutto la nostra vera interiorità : questa è la strada emozionante della nostra etica rotaractiana».
A seguire, è stata la volta di una serata all’insegna della goliardia e del divertimento presso l’imponente struttura del Grand Hotel La Sonrisa, a Sant’Antonio Abate.
Grazie alla collaborazione e alla presenza di altri nove club campani del distretto 2100 (Rotaract Avellino, Rotaract Avellino est, Rotaract Campus Salerno, Rotaract Castellammare Sorrento, Rotaract Napoli, Rotaract Napoli Sud Ovest, Rotaract Napoli Castel dell’Ovo, Rotaract Ottaviano, Rotaract Pompei Oplonti Vesuvio Est) è stata pianificato l’ennesimo evento a scopo benefico con un ospite d’eccezione : il proprietario del “castello da favola” nonché protagonista del docu-reality “Il Boss delle cerimonie” sulle tradizioni e riti dei matrimoni napoletani (in onda su Realtime): Antonio Polese.
«Centoventi giovani rotaractiani, provenienti da varie zone della Campania, hanno permesso di raccogliere ben 600 euro per sostenere il progetto “Curare” -continua la giovane Fugaro – Un progetto che vuole lasciare un segno, simbolo dell’attenzione del Rotaract, e che prevede l’ acquisto di apparecchiature da utilizzare per la somministrazione in regime ospedaliero di terapie enzimatiche sostitutive a pazienti affetti da malattie da accumulo lisosomiale. Le apparecchiature verranno donate al “Centro di coordinamento delle malattie rare” dell’Università Federico II di Napoli e ai presidi ospedalieri di Benevento e Salerno. Il giovani del Rotaract Nocera – Sarno hanno voluto osare nella scelta della location e dell’ organizzazione dell’evento. Un risposta ironica e giocosa alla perfezione e agli eventi “bon ton” ed esclusivi a cui sono solitamente abituati, consapevoli che non bisogna mai confondere “l’eleganza” con l’essere “snob” e mai prendersi troppo su serio. Entusiasti dell’ ottima riuscita dell’evento e della forte adesione al loro invito, i ragazzi stanno già pensando ad una seconda edizione, ”il Boss del service”, a sostegno di un’ altra nobile causa. Un ringraziamento particolare ad Antonio Polese, al genero Matteo, alla figlia Imma e al maitre Ferdinando per essersi prestati a questa nobile causa,per la loro gentilezza e disponibilità».